Lele Mora ha un tumore: l’ha scoperto in diretta durante un’intervista
Si tratta di un cancro maligno tra i polmoni e i reni
Lele Mora ha un tumore
“Sto aspettando una telefonata importante, quella del medico, a breve saprò se sono affetto da un tumore maligno o meno”, così Lele Mora stava rispondendo all’intervista di una giornalista di Libero quotidiano quando ha ricevuto la telefonata del suo medico, che gli ha detto di avere un tumore.
Durante il colloquio con la giornalista, l’ex agente dei vip riceve diverse telefonate, a cui non risponde. Ma quando arriva quella del medico, è costretto a farlo.
“Sì, il cancro è maligno ed è situato tra i polmoni ed i reni”. Ha le lacrime, “che però non vengono giù”, dice la giornalista di Libero.
“Adesso farò quel che c’è da fare. Ma non avrei voluto dare questo nuovo dispiacere ai miei figli, non se lo meritano” continua Lele Mora dopo aver ricevuto la telefonata, in cui il medico gli ha comunicato che ha un cancro. Con lui anche la figlia, suo nipote e il cantante Marco Carta.
Lele Mora non lavora più da anni, ma continua a collaborare con alcuni artisti.
“Sto lavorando in Albania, dove ricopro il ruolo di direttore generale di Top Channel, in Bulgaria e in Georgia, dove curo le tv di Stato sia come autore che come agente. Mi sono arrivate queste proposte e le ho accettate. In Italia continuo a rappresentare qualche artista, come Marco Carta”, ha raccontato alla giornalista.
Prima della telefonata del medico, Mora aveva ricordato i 407 giorni trascorsi in carcere, in isolamento: “La prima notte non mi pareva vero di trovarmi lì, su quel materasso vecchio, coperto da un lenzuolo ruvido come carta vetrata. Ho fatto tanti errori, come tutti. Eppure non ho rimpianti. Il peccato più grande è l’ arroganza. Ne ho avuta, mi sono sentito invincibile”.
Aveva raccontato pure che in carcere la sua cella era accanto a quella di Olindo Romano, condannato all’ergastolo per i delitti della strage di Erba. “Il cappellano mi rivelò di essere certo dell’innocenza di Olindo e di sua moglie Rosa. Non ho mai conversato con Romano, sebbene le nostre celle fossero adiacenti. Lo vedevo pulire il corridoio ogni pomeriggio” dice Mora.