Jova Beach Party, scoppia la polemica per i token: la moneta virtuale per fare acquisti al concerto
Musica, mare e tanto divertimento. Sono le parole d’ordine del Jova Beach Party, i concerti estivi lanciati da Jovanotti per il 2019.
“Secondo me la luna è la spiaggia dell’universo e in spiaggia si possono fare tante cose: l’avventura, la vacanza, l’incontro, la festa, farsi seppellire fino al collo, fare l’amore, trovare o cercare perlomeno un tesoro, scrivere delle cose che si cancellano e si possono leggere da molto lontano – così il cantante annunciò i concerti – Si può giocare con gli aquiloni, prendere il sole e si può soprattutto ballare”.
Ma il Jova Beach Party, oltre al successo, sta attirando su di sé anche molte polemiche a partire da quella sulle regole per l’ingresso dei bambini ai concerti, secondo molti confusionarie, fino a quella lanciata dagli ambientalisti, preoccupati per l’impatto che il festival possa avere sull’ambiente circostante.
Il tour di 12 date tra luglio e agosto di Jovanotti ha creato confusione anche per i cosiddetti token, la moneta virtuale che serve per fare acquisti all’interno del festival. Secondo quanto riporta Udinetoday, infatti, i fan che hanno partecipato al Jova Beach Party hanno dovuto affrontare code interminabili per cambiare i contanti con i token. E, inoltre, il cambio di questa moneta virtuale si è rivelato inutile perché – secondo quanto hanno dichiarato i partecipanti – il cibo e le bevande all’interno dell’area non erano sufficienti per tutte le persone.
Alcuni di loro si sono infatti ritrovati a fare ore di fila per ritirare i token che alla fine hanno dovuto gettare via perché non hanno potuto acquistare nulla e perché la moneta virtuale non è rimborsabile.
“Festa stupenda, un atmosfera unica in spiaggia in costume, voglia di divertirsi nonostante la minaccia del tempo!!!! Peccato per un organizzazione davvero pessima… a partire dai token, la moneta virtuale che si doveva utilizzare per acquistare cibo e bere!!! Code interminabili sia per il cambio delle monete sia per l’acquisto di una semplice birra… noi abbiamo aspettato due ore per dei mojito che alla fine non ci hanno nemmeno fatto perché avevano finito tutto… ed anche le uscite a fine concerto per far defluire la massa un disastro… a parte le note stonate è stata una gran serata!”, riporta Udinetoday.
“Per chi volesse andare al Jova Beach Party, un consiglio da chi c’é stato. Non comprate i token, la moneta che serve per acquistare cibo e bevande all’interno, perché cibo e bevande non bastano per tutti. Vi ritrovereste a fare ore di fila per niente e alla fine li gettereste via, come é successo a me, perché non sono rimborsabili. Portatevi cibo e acqua, senza tappo, da casa. Se poi avete intenzione di godervi il concerto dovete entrare tra i primi e mettervi sotto il palco, perché da metà area recintata in poi non si vede neppure il megaschermo in quanto coperto da strutture gonfiabili. Il volume poi é insufficiente nelle retrovie, essendoci casse solo sotto il palco. Per le famiglie con i bambini poi sconsiglio vivamente di andarci, NON É fatto per le famiglie come pubblicizzato all’inizio. Jovanotti resta un grande, però dovevano far entrare metà della gente e mettere molte altre strutture che vendessero almeno acqua”, sono alcuni dei commenti degli utenti riportati dalla testata.ù
Jova Beach Party | La replica di Jovanotti sui token
Jovanotti però ha voluto lasciare un messaggio ai suoi fan, sia per ringraziarli e sia per scusarsi dei disguidi che sono venuti a crearsi durante il festival.
“Ho chiesto a chi organizza le cose logistiche di migliorare già a Rimini le cose che non hanno funzionato (troppe file ai bagni e ai truckfood e cibo e drink esauriti troppo presto, distribuzione token e altre cose da sistemare)”, scrive il cantante su Facebook.
“La parte del recupero plastica (che verrà riciclata al 100%) e rifiuti invece ha funzionato grazie alle forze coinvolte e ai volontari ma soprattutto grazie a voi, a tutti quelli che davvero hanno visssuto lo spirito della festa nel modo in cui ci siamo detti da mesi. Quando si dice che gli italiani sono “menefreghisti” io rispondo “parla per te!” perché io ho tutta un’altra versione dei fatti, e questa generalizzazione è sbagliata e pericolosa”, aggiunge Jovanotti.