Francesca Pascale: “Berlusconi era tremendo, una volta tornai a casa e non era solo. Mi disse: ‘è colpa tua, sei rientrata prima’”
Francesca Pascale su Silvio Berlusconi: “Era tremendo”
Francesca Pascale ricorda la sua relazione con Silvio Berlusconi raccontando anche alcuni aneddoti riguardo la loro relazione, ufficializzata nel 2012 e terminata nel 2020.
Intervistata da Gente, l’attivista ha raccontato: “Ero gelosissima. Era tremendo (Berlusconi ndr). Un giorno tornai a casa prima del tempo e non lo trovai solo. Mi disse: ‘È colpa tua, sei rientrata prima!'”.
Francesca Pascale, poi, ricorda un momento che le è caro di quando vivevano insieme: “La colazione. Sul tavolo c’erano mille quotidiani e ogni mattina bisognava leggerli tutti. Lui iniziava sempre da Il Fatto. Secondo me Travaglio e il dottore alla fine si sono anche un po’ voluti bene”.
“Non sono mai riuscita a chiamarlo Silvio. Non so perché – aggiunge Pascale – lo chiamavo Dottore. Presidente. Berlusconi”. Mentre nell’intimità: “Lo chiamavo amore. Mi manca. Mi manca ogni giorno”.
Una volta terminata la relazione, Francesca Pascale sostiene di essere stata allontanata da “Licia Ronzulli. Lei e altri dicevano che ero un problema. Perché sostenevo i gay, parlavo a favore dei diritti civili, perché ero contraria al fatto che Forza Italia andasse nella pancia di Salvini, come invece voleva e fece poi la Ronzulli. Facevo rumore, casino, non stavo zitta. Forza Italia doveva far sentire la sua anima liberale, pensavo. Lo penso ancora”.
L’attivista rivela anche che lei e Berlusconi parlavano sempre di politica: “La mia militanza iniziò che avevo 18 anni. La Ronzulli invece la conobbi che era infermiera. Poi la ritrovai ad Arcore”.
Sul perché l’ex premier non la difese, risponde: “Era stato operato al cuore, era stanco. Forza Italia perdeva voti. La Ronzulli si insinuò, consegnò il partito a Salvini. È una persona cattiva. Ho subito delle malignità da questa donna”.
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Su Paola Turci, invece, afferma: “Le voglio bene. Ma quando il sentimento non è reciproco, bisogna rendersene conto sennò ti fai male”.
Riguardo alla relazione finita: “Preferisco parlare dei miei errori. Quando mi sono messa con Paola non potevo vedere più il Presidente, e per me è stato un trauma. Mi sono buttata in questa relazione: abbiamo vissuto un anno a Villa Maria. Poi a Siena, in campagna, a casa mia. Poi al mare. Il matrimonio è stato bellissimo. Poi bisogna arrendersi alle evidenze. Adesso sono nella fase della libertà. Ho bisogno di capirmi, sono in analisi sul lettino”.
Francesca Pascale, poi, smentisce di volersi candidare con Forza Italia: “Sarebbe bello se lo facesse Pier Silvio, oppure Marina. È uguale al papà. Forza Italia del resto appartiene a loro, i 90 milioni di fideiussione della famiglia. Forza Italia non è di Ronzulli, né di Gasparri, né tantomeno di Salvini, che ha disprezzato l’essere umano, ha respinto una barca piena di disperati, donne e bambini e si dice cristiano. Pure con la cannabis light ce l’ha, e così 11 mila posti di lavoro sono a rischio. Se alla Lega ci fosse Zaia, sarebbe tutto diverso”.