I discorsi da evitare con i parenti a Natale: guida per sopravvivere alla cena
Se si vuole davvero arrivare incolumi a Santo Stefano bisogna rispettare queste semplici regole
Il Natale è uno di quei momenti in cui ci si ritrova seduti a tavola con parenti che non vediamo e sentiamo da mesi, e questo significa una cosa sola: domande a raffica e argomenti scomodi da affrontare tutta la sera della Vigilia e al pranzo di Natale del giorno dopo.
La big reunion di famiglia non è sempre quella favoletta che ci viene raccontata nelle pubblicità della Mulino Bianco, Tolstoj scriveva “Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo”, e a Natale tutto questo viene fuori più che mai.
Dissapori sopiti per un anno intero possono scoppiare in un conflitto a tavola.
Ma come evitare tutto questo? Ecco una guida per affrontare al meglio le feste natalizie con la propria famiglia.
Per molti il tour de force tra pranzi e cene con parenti vicini e lontani inizia il 24 dicembre, il giorno della Vigilia, a seguire il pranzo e la cena di Natale e per i più “sfortunati” tocca anche il 26.
Ma se si vuole davvero arrivare incolumi a Santo Stefano bisogna rispettare queste semplici regole.
Dopo il susseguirsi di interminabili racconti sulla storia della famiglia, arriva il fatidico momento delle domande.
Le più gettonate riguardano l’amore e il lavoro (o lo studio).
Si parte dalla situazione sentimentale, che non è certo l’argomento che vorremmo affrontare con la zia che non vediamo da secoli. Alla domanda “Ma allora l’hai trovata/o o no la fidanzata (o il fidanzato)?”. Se la tua risposta sarà affermativa preparati allora a fornire l’identikit più dettagliato possibile perché ti sarà richiesto. “Come si chiama?”, “Anni?”, “Che lavoro fa?”, “Cosa studia?”, “Ma da quanto tempo vi frequentate?”, “Come è la sua famiglia?”. Tanti auguri.
Se invece sei single per l’ennesimo anno, subito la tua risposta seguirà uno sguardo di compassione. Se sei fortunato la caverai con la classica frase consolatoria del tipo “ma si lo troverai”, se invece hai parenti particolarmente curiosi “affonderanno il coltello nella piaga”. Se ti sei appena lasciata/o sarà dura. Spero che tu sia felicemente single, per solo in quel caso potrai affrontare questo terzo grado con serenità.
E dopo l’amore si passa al lavoro, o per chi è ancora sui libri, allo studio.
La domanda introduttiva sarà “Come va il lavoro?”, per poi passare a “Ma quanto ti pagano?”, molto invadente. E se aggiungi anche “Quando ti fanno il contratto?”, sei finito/a. Domande che possono nascondere il subdolo scopo che vi categorizzerà nel gruppo dei “falliti o scansafatiche” o in quello degli “arrivisti”.
Se studi ancora invece ti sentirai dire “Ma quanto ti manca per finire?”, “E cosa farai dopo?”. Come se non bastassero già le infinite e martellanti fisime mentali che ogni giorno affrontiamo con noi stessi.
Per tenere sotto controllo la conversazione l’esperta di galateo Laura Pranzetti Lombardini spiega anche al Corriere della Sera che oltre a tutto quello che abbiamo detto finora: “Gli argomenti da evitare assolutamente sono tre: religione, calcio e politica, ovvero nervi scoperti che accendono gli animi”.
Il New York Times ha riportato una ricerca condotta dal Pew Research Center di Washington secondo la quale il 53 per cento teme le discussioni di politica per la frustrazione e la rabbia che comportano.
Laura Pranzetti Lombardini, che ci insegna il bon ton, dice anche che dalla tavola andrebbero banditi i cellulari, il cui abuso mentre si pranza o cena in famiglia è fonte di inevitabili attriti.
Sempre al quotidiano, l’esperta di galateo ha consigliato di non rivolgere mai ai più giovani domande sui voti a scuola o sugli esami dell’università. Se sono single e “alle coppie, con l’infertilità galoppante che si registra, non bisogna mai rivolgere la domanda dell’ultima canzone di J-Ax: quand’è che ci date un bambino?”.
“Bisogna evitare ogni argomento che può potenzialmente innescare tensione”, raccomanda sulle pagine del Corriere l’esperta. “Parlare di cinema e libri invece è sempre auspicabile”.
Ma alla fine il consiglio migliore è “Ricordati che è Natale”. E ricordati della fortuna di avere una famiglia e delle persone con le quali poter trascorrere il Natale. Può essere anche un’occasione gioiosa. Sfrutta al massimo il tempo che hai con la tua famiglia anche se le conservazioni potrebbero risultare fastidiose.