Dai consigli ai giovani all’aneddoto su Fellini: il discorso memorabile di Steven Spielberg ai David 2018
Il regista e produttore premio Oscar ha ricevuto il premio David alla Carriera e ha raccontato l'aneddoto del suo primo incontro con Federico Fellini
Alla 62esima edizione dei David di Donatello 2018 del 21 marzo è stato premiato anche il regista e produttore premio Oscar Steven Spielberg con la statuetta David alla Carriera – Life Achievement Award 2018. (Qui tutti i vincitori dei David di Donatello 2018, premio per premio)
Sul palco degli Studios di Roma è stata invitata anche l’attrice americana Diane Keaton a cui è stato assegnato invece il premio David Speciale. Lo stesso riconoscimento è stato conferito anche a Stefania Sandrelli, protagonista assoluta del cinema italiano.
Spielberg è stato l’ospite più atteso di questa edizione dei David e, dopo la consegna del premio da Monica Bellucci, ha saputo ripercorrere con il suo discorso di ringraziamento l’intera storia del cinema italiano.
Dai consigli ai giovani all’aneddoto di Fellini: il discorso di Steven Spielberg è stato memorabile.
Chiamato sul palco dal conduttore della serata Carlo Conti il regista ha iniziato a rispondere alle domande della breve intervista iniziale.
Il regista, che ha esordito con i film Indiana Jones (1981), E.T. (1982) e Jurassic Park (1993), ha raccontato della sua prima cinepresa che fu un regalo del padre.
Sempre da giovane Spielberg aveva un gruppo di amici particolare: George Lucas, Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Brian De Palma, solo per citarne alcuni, che diventarono poi tra i maggiori cineasti della storia del cinema.
Qui in una foto tutti insieme:
Carlo Conti ha chiesto a Spielberg di parlare dei sogni del cassetto che avevano tutti loro a quei tempi e se avrebbero mai immaginato di diventare dei registi di fama mondiale.
“Un sogno è qualcosa che non pensi mai che si avvererà”, ha risposto Spielberg.
E riferendosi ai suoi amici dice: “Abbiamo sensibilità diverse e abbiamo fatto film diversi però all’inizio ci aiutavamo molto, ci siamo sempre aiutati l’uno con l’altro. Ci mostravamo i tagli dei film che facevamo. È stata una generazione di collaborazione la nostra e ancora oggi siamo insieme nello stesso modo”. Con la stessa amicizia e con lo stesso forte legame di allora.
Steven Spielberg ha dichiarato: “il filo comune che abbiamo tutti noi è che a tutti noi piace il cinema italiano. Abbiamo imparato tantissimo dal cinema italiano e non lo dico perché sono qui in Italia. È vero”.
I consigli ai giovani
Tra le parole più importanti che pronunciato ai David di Donatello 2018 ci sono sicuramente quelle dedicate ai giovani: consigli e incoraggiamenti per chi è alle prime armi con la cinepresa ma che in realtà valgono un po’ per tutti, non soltanto per gli apprendisti cineasti.
Credere in se stessi è il senso del suo discorso, usando le parole del regista: “Io penso sempre che la qualità del regista è quella di non arrendersi. Quando tutti intorno a te ti dicono “non raccontarla quella storia, lasciala perdere” […] Allora tu devi ascoltare la tua voce interiore più di quelle che ti circondano, più delle voci che ci sono intorno a te. E questo lo dico a tutti i giovani registi”.
Collegandosi ai giovani e ai registi esordienti Spielberg è incaricato a consegnare il premio della categoria allo scrittore Donato Carrisi con il film “La ragazza nella nebbia”. Carrisi ringrazia le donne “Senza le donne non ci sono le storie” che sono le protagoniste della 62esima edizione dei David di Donatello 2018.
Spielberg ripercorre la storia del cinema italiano
Spielberg alla consegna del suo premio David alla Carriera da parte di Monica Bellucci ricorda i maestri del cinema italiano che lo hanno ispirato durante tutta la sua carriera: Fellini, De Sica, Rossellini, Tognioni, Visconti, Pasolini, Risi, Leone, Tornatore, Benigni e cita anche Lina Wertmuller, la prima donna candidata come miglior regista agli Oscar e che nel 2010 ha ottenuto anche la statuetta dei David.
Il regista ricorda anche Capra, Minelli, Coppola, Tarantino, De Palma, Scorsese colleghi dalle origini italiane che hanno cambiato il panorama del cinema americano.
E dei tempi più moderni ringrazia registi come Nanni Moretti, Paolo Sorrentino, i fratelli Taviani e Valeria Golino, presente in sala.
L’aneddoto dell’incontro con Federico Fellini
Nel lungo discorso di ringraziamento regala ai telespettatori un suo episodio di vita personale che ha voluto condividere alla cerimonia dei David di Donatello 2018.
“Tornare a Roma”, dice il regista “mi ricorda una delle più straordinarie giornate della mia vita”.
“La mia prima visita a Roma fu nel 1971 ero quasi all’inizio della mia carriera e stavo promuovendo un film che feci per la tv americana, ma che in Europa uscì nei cinema intitolato “Duel”. Non avevo mai lasciato gli Stati Uniti a quell’epoca e l’Italia fu il primo paese che visitai al di fuori degli Stati Uniti”.
In quell’occasione Steven Spielberg, ancora agli esordi, alloggiava all’hotel Hassler “appena arrivai mi addormentai per il fuso orario. Squillò il telefono risposi e la reception mi disse che un visitatore importante mi stava aspettando nella hall. Scesi dal letto, mi vestii, scesi le scale e in piedi davanti alla reception trovai Federico Fellini”.
Fellini aveva visto la sera prima la proiezione di “Duel” che Spielberg stava presentando a Roma e allora aveva deciso di cercarlo per fargli i complimenti di persona per il film.
“Ero veramente nella hall dell’hotel e davanti a me in piedi c’era davvero uno dei più grandi registi della storia del cinema. Allora Fellini prese me, un regista americano totalmente sconosciuto, e mi portò a fare una passeggiata per Roma. Ho visto Roma attraverso gli occhi di Fellini, non me lo dimenticherò mai”.
Alla fine della giornata Fellini riaccompagnò Spielberg in albergo e sapendo che stava per incontrare la stampa per presentare il film gli diede dei consigli preziosi che il regista ha dichiarato di non aver mai dimenticato.
“Non devi mai dare la stessa risposta alla stessa domanda che ti rivolgeranno continuamente. Altrimenti diventerai matto”, e ha continuato dicendo: “È sempre importante intrattenere il pubblico, ma è ancora più importante intrattenere se stessi“.
“Io credo che Fellini mi stesse dicendo che per conquistare il pubblico bisogna prima di tutto essere il pubblico. Quel suo consiglio non l’ho mai dimenticato. E molti dei miei film hanno preso questo consiglio alla lettera. Per ricordarmi di questo episodio ho ancora questa fotografia con il Maestro scattata quel giorno a Roma appesa alla parete del mio ufficio. È nel mio ufficio da 45 anni”.