Dimagrire salvando il pianeta: ecco la “dieta universale” promossa dalla rivista The Lancet
Dieta universale Lancet | Cos’è | Salute | Pianeta | Menù
DIETA UNIVERSALE LANCET – Ha un doppio, inedito e nobile obiettivo la nuova dieta pubblicata da The Lancet, prestigiosa rivista scientifica inglese: da un lato proteggere la nostra salute, dall’altro quella del nostro pianeta, che secondo le previsioni tra soli 30 anni sarà popolato da ben 10 miliardi di persone.
Proprio per fronteggiare quella che ormai ha tutti i contorni dell’emergenza, la Commissione Eat-Lancet, finanziata dalla fondazione dei miliardari norvegesi Petter e Gunhild Stordalen, ha messo a punto quella che ha chiamato la “dieta universale di riferimento”.
Ma in cosa consiste la dieta universale Lancet? Secondo i 37 esperti di nutrizione e sostenibilità della Commissione, provenienti da università di 16 Paesi del mondo e da organizzazioni come Fao e Oms, seguire i consigli della dieta universale può evitare fino a 11,6 milioni di morti all’anno a causa di malattie come quelle cardiovascolari legate alle cattive abitudini alimentari.
I risultati dello studio rivelano infatti che una scarsa cultura alimentare provoca rischi per la salute maggiori anche di tabacco, sesso non protetto e alcol messi assieme.
Dieta universale Lancet | Cosa mangiare
La dieta universale proposta dalla rivista The Lancet chiede quindi di raddoppiare il consumo globale di frutta, verdura, legumi e noci e di ridurre invece di oltre il 50 per cento quello di carni rosse e zuccheri.
Per quanto riguarda il menù, nello studio viene utilizzata come esempio esplicito la dieta mediterranea.
La dieta prevede l’assunzione di 2.500 chilo-calorie al giorno.
I cibi più indicati sono approssimativamente 230 grammi di cereali integrali, 500 di frutta e verdura, 250 di latticini, 14 di carni (bovine o suine o ovine), 29 di pollo, 13 di uova, 28 di pesce, 75 di legumi, 50 di noci, 31 di zuccheri (aggiunti e non).
Importante, infine, anche l’apporto energetico delle fibre: le dosi consigliate sono di almeno 25-29 grammi al giorno. Per ogni 15 grammi di cereali in più consumati quotidianamente, si legge nello studio, l’incidenza di infarto, cancro al colon e diabete diminuisce di una percentuale che oscilla dal 2 al 19.
Dieta universale Lancet | Le indicazioni per la produzione agricola
Oltre a modificare il modo con cui le persone consumano i cibi, gli autori del rapporto sottolineano l’importanza di limitare l’utilizzo di terra, acqua e nutrienti per la produzione agricola sostenibile.
Ad esempio è necessario migliorare le campagne di educazione e informazione, come anche le fasi di etichettatura del cibo. Gli esperti, inoltre, consigliano di dare un maggiore sostegno economico a chi si impegna nella produzione di alimenti genuini e sani.
Dieta universale Lancet | Pareri favorevoli
Lo studio ha raccolto il parere positivo, tra gli altri, di Greenpeace Italia, che sottolinea il proprio impegno affinché si riesca a ridurre del 50 per cento la presenza della carne nelle nostre diete. Una percentuale che, in alcune aree del mondo come il Nord America e parte dell’Europa Occidentale, dovrebbe diminuire anche del 70-90 per cento.
“Dopo questa ulteriore conferma – spiega Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura dell’organizzazione – diventa sempre più urgente la richiesta, diretta sia al governo italiano che all’Unione europea, di una riforma radicale della politica agricola comune che acceleri il sostegno verso una produzione sostenibile di ortaggi e verdure e riduca drasticamente quello a favore della produzione intensiva di carne e prodotti lattiero-caseari”.
Dieta universale Lancet | Pareri contrari
La dieta universale di The Lancet però raccoglie anche alcune critiche, soprattutto dall’associazione europea dei trasformatori di carne (Clitravi): “Lo studio – si legge in una nota – ripropone vecchi argomenti anti-zootecnia e distorce dati a fini ideologici”.
Secondo l’associazione, ci sono anche altri settori che impattano in modo anche più decisivo sulla salute del pianeta: “Un volo di andata e ritorno da Roma a Bruxelles – spiegano i trasformatori di carne – genera emissioni molto più elevate rispetto al consumo annuale di carne e salumi. Speriamo che la Commissione Eat-Lancet voglia tener conto di tutte le innovazioni su cui il settore sta investendo per ridurre l’impatto ambientale”.