Mini guida per turisti che vogliono mangiare in Italia senza farsi fregare
Alcuni semplici consigli che possono non solo evitare ai turisti spiacevoli sorprese ma anche facilitare la scoperta della buona cucina italiana
Da quando è stata diffusa la notizia del super conto pagato da un turista asiatico per un pranzo di pesce a Venezia, le polemiche sulle possibili truffe che subiscono i viaggiatori stranieri in Italia non si sono placate.
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Lo stesso sindaco di Venezia, al quale il turista aveva scritto per lamentarsi del conto troppo salato – 560 euro per tre persone in una trattoria vicino a San Marco – ha risposto dandogli del “pezzente”.
“Hanno mangiato aragosta”, ha detto Luigi Brugnaro, ai microfoni di Sky Tg24 “e non hanno lasciato niente sul piatto. Ho chiesto al cameriere se gli avessero dato la mancia, neanche quello”.
Cavalcando la stessa ondata di polemiche, anche il quotidiano britannico Independent ha riportato la notizia offrendo un vademecum personalizzato su come “non venir spennati in vacanza in Italia”.
TPI ha pensato di offrire una breve guida di semplici consigli che possono non solo evitare ai turisti spiacevoli sorprese ma anche facilitare la scoperta della buona cucina italiana.
Dove mangiare
Mangiare, tanto e bene, è uno dei pensieri fissi di chi visita il nostro paese. Se è vero che in Italia il cibo è di ottima qualità un po’ ovunque, grazie alle specialità che ogni regione offre, va anche detto che non si contano i ristoranti e le osterie che propongono piatti di scarso livello.
Per cui, ancor prima di trovare un buon ristorante, è fondamentale affidarsi alla persona giusta che possa consigliarci.
Perché al di là delle guide e di Tripadvisor, sono le persone che vivono nelle singole città a conoscerle meglio di chiunque altro.
Per questo motivo una buona soluzione per trarre informazioni utili è rivolgersi agli abitanti del luogo: la receptionist che vi ha accolto in albergo, o la signora che gestisce il B&B nel quale pernottate. Tutti, a meno di accordi di collaborazione commerciale, vi sapranno consigliare in maniera disinteressata.
Superato questo primo livello, restano fondamentali alcuni “tips” di base per evitare di spendere cifre troppo alte anche durante una vacanza di pochi giorni:
- Evitare di consumare cibi e bevande seduti ai tavoli dei bar, specie nelle zone centrali; il sovrapprezzo è spesso sproporzionato al servizio.
- Stabilire i luoghi per pranzi e cene preferibilmente fin da inizio giornata in base agli spostamenti, in modo da assicurarsi che siano aperti e senza incorrere in scelte dell’ultimo minuto.
- Diffidare dei locali che espongono riproduzioni di piatti all’esterno del ristorante: quei luoghi sono creati ad hoc per attirare i turisti.
- Non farsi ingannare dalle apparenze: anche quella che ad uno sguardo superficiale può sembrare una delle peggiori bettole, può riservare invece piacevolissime sorprese.
- Relazionarsi con i proprietari: entrare in confidenza con i gestori del locale può aiutare sia a ottenere un piccolo sconto sul prezzo, sia a ricevere consigli utili sui piatti migliori.
- Attenzione ai giorni della settimana: per mangiare del buon pesce meglio non andare nei ristoranti di domenica. Secondo alcuni gestori di prestigiosi ristoranti i pescherecci rientrano nei porti il venerdì ed escono nuovamente la domenica pomeriggio. Quindi il pesce di domenica risale a venerdì pomeriggio, mentre il lunedì è freschissimo, contrariamente a quanto credono molti consumatori.
- Controllare il costo del coperto e la quantità delle pietanze servite.
- Verificare che il menù inglese e quello italiano coincidano.
- Chiedere il dettaglio della consumazione: un conto “stranamente” troppo lungo può sempre sfuggire!
- Attenzione agli extra: è proprio sul dessert, sull’amaro o sul calice di vino che i ristoratori applicano il rincaro maggiore.
- Attenzione alla pulizia: i ristoranti o le osterie che hanno il personale ben in vista mentre prepara le pietanze, sono anche quelli il cui livello di pulizia è almeno in parte immediatamente verificabile.