Chiara Ferragni e l’accordo con l’Antitrust: “Gli uffici di Milano in affitto per pagare 1,2 milioni di euro”
Chiara Ferragni affitta gli uffici di Milano per pagare l’accordo con l’Antitrust
Dopo il licenziamento di alcuni dipendenti e la chiusura di alcuni negozi, Chiara Ferragni avrebbe messo in affitto gli uffici di Milano per fare fronte ad alcune spese, incluso il pagamento di 1,2 milioni di euro in seguito all’accordo con l’Antitrust.
L’influencer, infatti, ha rinunciato al ricorso per la multa ricevuta per il Pandoro-gate e inoltre ha annunciato che pagherà 1,2 milioni di euro per chiudere la questione delle uova di Pasqua.
Per far fronte a queste spese, l’imprenditrice digitale avrebbe deciso di mettere in affitto l’ufficio di via Turati: a rivelarlo in esclusiva è il giornalista Gabriele Parpiglia che aveva già diffuso la notizia del licenziamento di alcuni dei dipendenti della Ferragni.
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“Dopo aver svelato il cambio di rotta che le società di Chiara Ferragni con negozi che chiudono e tagli del personale, anche se lei sostiene di aver licenziato solo l’ex resp. della comunicazione (e aggiungiamo perché ha scoperto un video in cui la persona offendeva la sua stessa capa), ma non è assolutamente così – scrive Parpiglia – perchè in questa ristrutturazione, continua l’emorragia per ristabilire una sorta di solidità economica legata all’unica ‘merce’ che si può salvare cioè il nome-marchio ‘Chiara Ferragni’ inteso come Sisterhood”.
Il giornalista continua: “Qualche giorno fa abbiamo svelato la notizia degli uffici messi in vendita e/o dati in affitto dove quello centrale in via Turati non era compreso; era stato chiesto di fare una smentita, richiesta rifiutata (non cedete quando avete una notizia a prescindere da questa vicenda; dove il nuovo ufficio stampa della Ferragni è una professionista del settore) perchè poche ore dopo un contatto ci ha svelato al dettaglio che una parte degli uffici di Turati, stiamo parlando di 550 mq, con parquet galleggiante, arredato e cablato, 2 posti auto compresi nel canone, ristrutturato; sono in affitto e sono stati proposti a lui!”.
“Nella sede del cuore delle società facenti capo a Sisterhood la holding personale legate a Chiara Ferragni c’è una persona che sta lavorando al cambio di rotta ed è Alessandro Marina, un consulente noto sulla piazza della moda milanese preso con compiti di riallacciare i rapporti commerciali indeboliti dal caso Balocco, dalle uova di Pasqua e non solo. Marina (non Di Guardo che dopo 5 giorni dalla notizia delle frizioni con sua figlia, ha messo un selfie per dire “Sono con te” e questo non fa altro che confermare la nostra tesi”.
Gabriele Parpiglia, quindi, conclude: “E poi la scrittrice – oggi manager dovrebbe sapere che una smentita deboluccia è giornalisticamente una doppia conferma) prima di trovare investitori che oggi mancano, deve pensare a tagliare i costi. Tutto questo anche per affrontare la cifra di 1,2 milioni di euro post chiusura istruttoria Antitrust. Accordo dilazionato in tre rate (una multa e/o accordo tra le parti).Detto ciò il costo dell’affitto è 495 mila euro annui.Costi che oggi l’azienda Ferragni deve tagliare insieme al resto”.