Carbonara Day | Quando e come si festeggia | Storia e ricetta originale
Dalle 12 alle 14 del 6 aprile, è sufficiente seguire l’hashtag Carbonara Day per partecipare a un grande evento virtuale. La storia e gli ingredienti (quelli veri) di uno dei piatti italiani più amati al mondo
Il 6 aprile si celebra il Carbonara Day, l’evento, che unisce gli appassionati di tutto il mondo di uno dei piatti più popolari e discussi della cucina italiana.
Il #CarbonaraDay è organizzato dai pastai di AIDEPI (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane) e IPO (International Pasta Organisation).
Dalle 12 alle 14 del 6 aprile, è sufficiente seguire l’hashtag #carbonaraday per partecipare a un grande evento virtuale, che lo scorso anno ha raccolto oltre 29mila interazioni social e ha coinvolto 83 milioni di persone in tutto il mondo.
Da quanto emerso da una ricerca di Doxa-AIDEPI, la carbonara è nel podio delle ricette più amate tra le persone che hanno tra i 18 e i 33 anni, insieme alla pasta al forno e agli spaghetti al pomodoro, e la preferita in assoluto dal 18 per cento degli italiani.
Anche se continua a infiammare il dibattito sia sulle origini, sia sulla ricetta perfetta di questo piatto.
La storia della carbonara
Se è indubbio che la carbonara rappresenti uno dei piatti più popolari della cucina italiana, è altrettanto certo che la sua creazione non possa essere avvenuta prima degli anni Trenta, se non addirittura dopo, durante la Seconda Guerra Mondiale.
La famosa gastronoma Ada Boni, infatti, nel suo libro Il talismano della felicità, una vera e propria Bibbia della cucina tradizionale italiana, pubblicato nel 1927, non fa alcun cenno della ricetta.
Sono due le ipotesi principali sull’origine della carbonara: quella appenninica e quella alleata.
Secondo la prima tesi, il piatto sarebbe stato inventato dai carbonai (carbonari in romanesco), che lo preparavano usando ingredienti di facile reperibilità e conservazione.
La carbonara sarebbe quindi l’evoluzione del piatto detto cacio e ova, di origini laziali e abruzzesi, che i carbonari erano soliti preparare il giorno prima portandolo nelle loro saccocce e che consumavano con le mani.
Il pepe era già usato in buona quantità per la conservazione del guanciale, grasso o lardo usato in sostituzione dell’olio, ingrediente troppo caro per i carbonai.
L’origine abruzzese-appenninica di questo piatto trova un’altra conferma nel nome stesso di questa pietanza: il termine Carbonada in Abruzzo si riferisce alla pancetta, ovvero carne di suino salata e cotta sui carboni.
La seconda ipotesi è quella alleata e prende le mosse dal fatto che il piatto viene ricordato per la prima volta nel periodo immediatamente successivo alla liberazione di Roma nel 1944, quando nei mercati romani apparve il bacon portato dalle truppe alleate.
Questo spiegherebbe perché nella carbonara, a differenza di altri sughi come l’amatriciana, la pancetta e il guanciale vengono riportati spesso come ingredienti equivalenti.
Secondo questa tesi, sembrerebbe che durante la seconda guerra mondiale i soldati americani giunti in Italia combinando gli ingredienti a loro più familiari che riuscivano a reperire, e cioè uova, pancetta e spaghetti, preparandosi da mangiare, abbiano dato l’idea ai cuochi italiani per la ricetta vera e propria che si svilupperà compiutamente solo più tardi.
La ricetta
Trattandosi di uno dei piatti che ha subito maggiori rivisitazioni e variati in assoluto, ci limitiamo a riportare gli ingredienti di quella che secondo le fonti più accreditate è la ricetta più autentica della carbonara.
Ingredienti:
- Pasta di semola di grano duro (lunga o corta non fa differenza, è una questione di gusti);
- Guanciale (no pancetta e meno che mai bacon);
- Pecorino romano (no parmigiano, anche se in molti dicono che non fa differenza)
- Tuorlo d’uovo (non metteteci l’albume e ne serve uno per ogni porzione)
- Sale e pepe