Banksy cacciato dalla Biennale di Venezia, rivolta social: “L’arte cacciata dal potere è metafora del nostro Paese”
Banksy Venezia Instagram | Banksy colpisce ancora. E stavolta lo fa in maniera silenziosa, com’è nel suo stile, con un video Instagram diventato immediatamente virale dopo l’esposizione di una sua opera nel bacino San Marco a Venezia che gli è costata l’allontanamento da parte della Polizia municipale perché privo di autorizzazione.
Lo street artist britannico, classe 1974, originario di Bristol, è stato allontanato dagli agenti insieme alle sue opere lo scorso 9 maggio in occasione della 58esima Biennale D’Arte a Venezia.
“Per qualche motivo non sono mai stato invitato”, ha replicato l’artista online. Provocazione che sembra aver fatto breccia soprattutto tra i suoi fan, i quali non si sono tirati indietro da proteste e recriminazioni sul web.
Sui social gli utenti hanno infatti preso le difese di Banksy scagliandosi contro il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: “I vigili batman di quell’indegno sindaco che a Venezia hanno cacciato un banchetto di Banksy. L’opera era una serie di quadri che composti formavano una grande nave. Mentre lui veniva cacciato, le grandi navi entravano tranquille in laguna”.
“Banksy, travestito da venditore ambulante, espone a Venezia un’opera in cui denuncia le grandi navi che deturpano la laguna. Ma i vigili lo cacciano”, scrive un altro utente.
E un altro: “Banksy allontanato dai vigili urbani a Venezia. Farebbe ridere. Se non facesse piangere. Dio, che miseria”.
“In Italia non funziona mai niente, la prima volta che fanno rispettare la legge e cacciano gli abusivi, l’abusivo è Banksy. Siamo un paese sfigato”, continuano i follower.
“Banksy allontanato dai vigili perché abusivo. L’arte cacciata dal potere ignorante. Solo io ci vedo una metafora di questo paese?”, si legge sui social.
In difesa dell’artista anche l’ex radiocronista di Tutto il calcio minuto per minuto Riccardo Cucchi che ha pubblicato un tweet: “Un artista ha lucidità e coraggio. Per questo è temuto”.