Antonella Elia: “Mi pagavano milioni per gli autografi. Sogno di condurre l’Isola, sarei meglio di Ilary”
Antonella Elia: “Mi pagavano milioni di lire per gli autografi”
Antonella Elia ripercorre la sua vita professionale e privata, rivelando di sognare di condurre L’isola dei Famosi.
In una lunga intervista al Corriere della Sera, la showgirl racconta del suo primo lavoro a La Corrida di Corrado: “Il mio sogno era fare l’attrice, facevo continui provini per il cinema, ma non mi prendevano. Invece Corrado mi ha preso al volo”.
Sulla popolarità, Antonella Elia dichiara: “L’ho sempre vissuta un po’ male, non ho mai pensato che fosse una figata, anzi mi innervosiva questo marasma di ragazzini in delirio che ci aspettavano fuori dagli studi. Facevo anche tante serate in discoteca, ma mi sentivo strana ad andare in un locale a firmare autografi ed essere pagata per questo. Mi chiedevo: ma come è possibile? Vado lì, non faccio niente per un’ora, e mi pagano”.
I compensi, però, erano piuttosto alti: “Anche cinque milioni, o forse quattro – rivela la conduttrice – Cifre esorbitanti… Ero piccola, avevo 27 anni e lei dirà, mica tanto piccola, ma io ho avuto uno sviluppo non regolare, ho sempre avuto 20 anni di meno dell’età biologica. Ero sovrastata da tutta questa popolarità, mi destabilizzava. Ti fai delle domande: ma veramente merito, valgo tutto questo? La stessa follia mi accadde dopo la prima Isola dei famosi, con paparazzi e persone comuni che mi inseguivano”.
Ex naufraga de L’isola dei Famosi, Antonella Elia a proposito del reality ha dichiarato: “C’è passione, divertimento. La farei tutta la vita. Cosa fai di professione? L’Isola dei Famosi. Io adoro stare nella natura selvaggia. E poi io sono nata per condurre l’Isola, sarei la regina. Quando la guardo mi chiedo: ma perché non la conduco io?”.
Poi la frecciatina a Ilary Blasi: “Se sarei più brava? Beh certo, non c’è il minimo dubbio. Scherzo, dai. Forse sarei talmente caotica che non si capirebbe niente, quindi non sarei adatta a fare la conduttrice, troppo casinara”.