“Ecco come i social stanno cambiando l’amore”, lo psichiatra Paolo Crepet
“La passione oggi viene interpretata come qualcosa di troppo faticoso, per cui bisogna diluirla in qualche modo. E la tecnologia digitale dà manforte a questo atteggiamento diffuso. Molti adulti stanno insegnando ai giovani che va bene così, che nella vita non si deve far fatica”.
Così lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet in un’intervista a D – la Repubblica spiega l’influenza del mondo digitale nelle relazioni d’amore moderne.
Le nuove tecnologie ci hanno facilitato la vita, l’immediatezza della Rete inebetisce la capacità di metterci in gioco. Tutto è più semplice, grazie alla tecnologia non dobbiamo più fare troppa fatica per ottenere quello che ci serve. Siamo subito accontentati.
Dal food delivery che arriva a casa alla shopping online, fino alle app di dating che ci permettono di conoscere e chattare con una persona senza troppa fatica. Senza muoverci da casa.
“Come scrivo nel mio libro, si cresce con l’idea che la vita sia uno sfavillante supermarket dove non si deve nemmeno spingere il carrello né allungarsi per prendere i prodotti dagli scaffali… e per giunta, arrivati alla cassa, si scopre che il conto è già stato pagato dal nonno o dal papà. In questo modo i social network diventano dei camerieri in livrea che fanno tutto al posto nostro, rendendoci sì tutto molto comodo, ma privandoci del diritto di rischiare”, dice Crepet nell’intervista.
“In questo modo non impariamo più nulla, non ci sforziamo e non ci ‘sfidiamo’. Il mondo digitale diventa così una scorciatoia per la vita. Perché la passione va sperimentata, non si può demandarla agli altri. Come il coraggio, è uno di quegli elementi fondamentali sui cui ognuno di noi dovrebbe costruire la propria vita, ma anche la vita della comunità”, dice lo psichiatra alla giornalista Veronica Mazza.
“Lungi da me da fare discorsi moralistici, però nella seduzione, cioè nell’approccio tra due persone che ci si piacciono, non può saltare un elemento, che è quello faticoso del conoscersi, dell’approfondire e del creare complicità. Complicità vuol dire stare assieme nei momenti difficili, in quei frangenti in cui ci può essere una crisi dell’uno o dell’altro, nel capirsi e nell’ascoltarsi. È per tutta questa roba qui, che la relazione amorosa è per forza difficile e faticosa e non può essere agevolata”.
“Ecco qui l’inganno dei social: io ti facilito l’incontro e ti faccio credere che anche tutto il resto è semplice, invece non è così”.
“Uno può andare avanti a flirtare per mesi nel virtuale, ma poi quando ci si incontra dal vivo, da quel momento in avanti diventa tutto maledettamente difficile, perché non puoi raccontare balle, perché non puoi dire che sei felice quando non lo sei, perché non può nascondere le tue paure e non puoi fingere di essere capace di tenere in piedi un rapporto”.
“Stiamo rischiando di vivere una passione sempre più tiepida, lontana dagli sconvolgimenti e da un fuoco vivo e dirompente, che ci sta portando a provare emozioni sempre più quiete e a trasformarle in emoticon standardizzate. Anzi questa enorme facilitazione e grande comodità che ci offrono i social sta facendo trionfare l’apatia, dal greco a-pathos, letteralmente “senza emozione”, proprio il contrario della passione. La passione, quella vera, invece, non ti fa dormire, ti fa spostare le montagne e come dice Renzo Piano, dentro questa parola sacra c’è la cocciutaggine, che ci fa volere e fermamente volere”.