Combattere gli stereotipi di tutti i giorni
La campagna fotografica "Sono stanco", che mette in luce i piccoli stereotipi con cui dobbiamo avere a che fare nella nostra quotidianità, nel tentativo di sminuirli
Che si tratti di razza, sesso o peso tutti noi siamo vittime dei preconcetti della società, e per questo motivo due giovani ragazze, angosciate dagli stereotipi a cui sono testimoni ogni giorno, hanno deciso di fare qualcosa a riguardo.
“Ci siamo rese conto che entrambe ci lamentavamo degli stereotipi del mondo, come il sessismo, il razzismo o l’omofobia, ma non stavamo facendo niente per contrastarli”, ha dichiarato Harriet Evans, che insieme all’amica Paula Akpan ha dato vita alla campagna “I’m tired” – Sono stanco.
Il progetto fotografico si compone di una serie di soggetti, ognuno dei quali ha scelto una frase contenente il pregiudizio a cui più si sente esposto nella vita di tutti i giorni, e le autrici del progetto glielo hanno riportato sulla schiena, nel tentativo di metterlo in luce e sminuirlo.
Le persone che hanno reso possibile la campagna sono dei conoscenti delle stesse fondatrici di “Sono stanco”, e il fatto di non ritrarre i loro volti ha fatto sì che sempre più persone contribuissero a concretizzare il progetto. Se Harriet e Paula avessero incentrato il tutto sulla personalità degli individui ritratti verosimilmente sarebbe stato ben più difficile riuscire a convincere i partecipanti a farsi fotografare.
Così facendo l’attenzione cade sul messaggio che le due autrici vogliono trasmettere, non tanto sulla persona che lo porta scritto sul proprio corpo. Una formula, questa, che sembra aver funzionato, vista l’attenzione che ha suscitato la campagna.
“Essere diversi è ciò che ci rende parte dell’umanità, e questo progetto ha come obbiettivo quello di sfatare gli assunti che invece vogliono l’essere umano omologato ai suoi simili”, afferma Harriet.