Cose da sapere sull’aereo russo precipitato nel Sinai
Un riassunto semplice e chiaro su quanto ci è dato sapere finora sull'incidente di un aereo di linea russo precipitato nel Sinai, causando la morte di 224 persone
Nella mattinata di sabato 31 ottobre 2015 un aereo di linea della compagnia russa Kogalymavia, conosciuta soprattutto come Metrojet, è precipitato nel deserto della penisola del Sinai, causando la morte di 224 persone.
Secondo le ricostruzioni delle autorità, il volo Metrojet KGL9268 era decollato dalla località turistica di Sharm el-Sheikh, in Egitto, alle 05:51 ora locale ed era diretto a San Pietroburgo, in Russia, con a bordo 217 passeggeri e 7 membri dell’equipaggio. Resti dell’aereo – un Airbus A321 – sono stati ritrovati ore dopo l’incidente nei pressi del luogo della tragedia. Anche le scatole nere dell’aereo sono state ritrovate qualche ora più tardi.
Nel corso della giornata, mano a mano che arrivavano le notizie, è stato riportato che dall’aereo si sentivano voci disperate dei passeggeri, alcuni dei quali rimasti intrappolati all’interno. Le cause dell’incidente non sono ancora certe, anche se un gruppo alleato all’Isis ha rivendicato attraverso i social media di essere responsabile del presunto abbattimento del volo KGL9268.
Le autorità russe tuttavia smentiscono. Il ministro dei Trasporti russo Maksim Sokolov ha detto all’agenzia di stampa Interfax che “queste indiscrezioni non possono essere considerati vere”, aggiungendo che non c’è alcuna prova che l’aereo è stato abbattuto. Le autorità egiziane hanno riferito che l’aereo, in volo da oltre venti minuti, era a un’altitudine di circa 9,450 metri – circa 33mila piedi – quando è scomparso dai radar. Gli osservatori ritengono che non sia possibile colpire un aereo a quell’altezza con un missile terra-aria.
Il bilancio e le vittime
Le autorità egiziane hanno comunicato che tutte le 224 persone a bordo sono morte nell’incidente. I passeggeri erano 217 e i membri dell’equipaggio sette. Tra i 217 passeggeri – di cui 214 russi e tre ucraini – 138 erano donne, 62 uomini e 17 bambini. Dalle macerie sarebbero stati estratti almeno cento corpi, tra cui le salme di tutti e 17 i bambini a bordo. I corpi delle vittime sono stati trasportati all’aeroporto di San Pietroburgo, dove le famiglie dei passeggeri sono iniziate ad arrivare.
La rivendicazione
Un gruppo di militanti affiliati al sedicente Stato islamico ha rivendicato l’abbattimento dell’aereo di linea. Nel comunicato, pubblicato su Twitter, i miliziani hanno scritto che “i combattenti dello Stato islamico sono stati in grado di abbattere un aereo russo sul Sinai che trasportava oltre 220 crociati russi. Sono stati tutti uccisi, Grazie a Dio”.
Il gruppo che ha rivendicato l’abbattimento dell’aereo sarebbe conosciuto come Ansar Beit al-Maqdis, un gruppo jihadista nato nel 2011 e attivo soprattutto nel nord del Sinai, ma anche in molte parti dell’Egitto. L’attività del gruppo si sarebbe intensificata soprattuto dal 2013.
Dalla deposizione nel 2013 dell’allora presidente dell’Egitto Mohamed Morsi, leader del partito Fratelli Musulmani, molti egiziani fra quelli che appartengono al suo stesso schieramento politico – e successivamente discriminati dal nuovo presidente dell’Egitto Abdel Fattah al-Sisi – si sono infatti spostati nella penisola del Sinai, un’area dove è diffusa l’attività di gruppi militanti.
Anche per questo motivo, nel novembre 2014, il gruppo jihadista Ansar Beit al-Maqdis ha giurato fedeltà all’Isis, prendendo il nome di Provincia del Sinai del sedicente Stato islamico, inteso come regione geografica. Il gruppo riceve finanziamenti, armi e aiuto logistico dall’Isis.
L’esercito egiziano ha avuto molte difficoltà negli ultimi mesi nel controllare la zona del Sinai. Il gruppo jihadista ha lanciato nel luglio del 2015 una serie di attacchi, compresi attentati suicidi, soprattutto contro le postazioni dei soldati egiziani. Le forze di sicurezza egiziane hanno reagito uccidendo un centinaio di militanti. Il 16 luglio 2015 una nave da guerra egiziana, che si trovava al largo della striscia di Gaza, sarebbe stata colpita da un missile sparato dal gruppo.
La rivendicazione da parte del gruppo jihadista Ansar Beit al-Maqdis circa l’abbattimento dell’aereo russo resta in ogni caso tutta da verificare. Le indagini sono ancora in corso.
Dove è precipitato l’aereo
I resti dell’aereo sono stati trovati nel nord del Sinai, vicino alla città di el-Arish. Secondo le prime ricostruzioni, il velivolo inizialmente avrebbe avuto un’avaria e il pilota avrebbe tentato un atterraggio di emergenza, ma sarebbe poi stato abbattuto dai miliziani alleati all’Isis. Sono intanto state trovate le scatole nere dell’aereo, che potrebbero fornire maggiori informazioni sulle cause dell’incidente. La compagnia aerea tedesca Lufthansa e quella francese Air France hanno annunciato che eviteranno di volare sopra il Sinai.
(Una mappa del luogo dell’incidente. Credit: Bbc)
Apertura delle inchieste
Il primo ministro egiziano ha convocato una riunione speciale per fare luce su quanto è accaduto. Anche il presidente russo Vladimir Putin ha aperto un’inchiesta ufficiale per capire la natura dell’incidente. Putin ha dichiarato che il primo novembre sarà giornata di lutto nazionale.
I cittadini russi costituiscono il 19,7 per cento dei turisti in arrivo in Egitto. Nel 2015, se ne aspettano almeno 1,5 milioni nel Paese. Per agevolare inoltre l’aumento del turismo russo, il governo egiziano ha eliminato i costi del visto per i cittadini russi.
(Qui sotto: la rotta che avrebbe dovuto percorrere l’aereo russo precipitato nel Sinai. Credit: Bbc)