L’addio di Danzica al sindaco antisovranista: le commoventi foto della marea umana riunita in piazza
Adamowicz è morto in ospedale per le ferite da accoltellamento. L’opposizione lo ha definito un delitto politico maturato nel clima d’odio
Una marea umana ha inondato le strade di Danzica per ricordare il sindaco Pawel Adamowicz, morto dopo esser stato pugnalato al petto sul palco in un concerto di beneficenza la scorsa domenica sera.
L’aggressore, un ragazzo di 27 anni con una serie di crimini pregressi, ha dichiarato di aver agito in questo modo per colpire la piattaforma politica civica del primo cittadino progressista, rea di aver provocato il suo arresto nel 2014.
Al momento non è emersa alcuna prova concreta che l’attacco avesse un movente politico. “Danzica è un porto, sarà sempre rifugio per chi arriva dal mare”, diceva spesso il sindaco dell’accoglienza della sua città.
Le persone hanno atteso in lunghe file per donare il sangue al sindaco, quando era ancora in ospedale. Ma non sono state sufficienti né le preghiere, né la difficile operazione chirurgica, né la notte di veglia di fronte all’ospedale comunale. Paweł Adamowicz è morto per le ferite al cuore e all’addome.
E nella sera di lunedì 14 gennaio tutti i cittadini che gli erano già stati vicini si sono spostati in piazza in segno di riconoscimento nei confronti del loro primo cittadino.
Una partecipante alla manifestazione ha detto: “Temo che ciò che è stato, sicuramente tornerà. Per colpa dell’odio e della calunnia. È molto triste, ma anche spaventoso. L’omicidio di un marito, un padre, un figlio, un amico. Fermiamoci per Dio”.
“Delitto politico”, maturato nel “clima di odio e di ostilità”, parole forti, con cui solo il quotidiano La Gazeta Wyborcza ha deciso di parlare nel giorno successivo all’omocidio del sindaco all’opposizione dell’attuale formazione del governo, ovvero il Pis di Kaczynski di cui Adamowicz e faceva opposizione.
Paweł Adamowicz, 53 anni, era primo cittadino della città degli storici cantieri navali in cui nacque Solidarnosc. Lo era da vent’anni, per 5 mandati consecutivi, l’ultimo conquistato con il 65 per cento dei voti.
Non era un semplice sindaco, ma il volto dell'”altra Polonia”. Quella progressista e aperta, quella che ha combattuto per la libertà e che a quella libertà non vuole rinunciare. Era il simbolo dell’opposizione al governo in carica, e alle sue “riforme liberticide”.