Da Mostar a Srebrenica passando per Sarajevo: fratture e immagini della Bosnia Erzegovina
Il fotoreportage di Claudio Colotti attraverso il paese dove l'ultra nazionalista separatista Milorad Dodik ha vinto le elezioni del 7 ottobre
La Bosnia Erzegovina rimane un paese diviso. Lo era prima della tornata elettorale appena trascorsa e continuerà ad esserlo.
Percorrendo la direttrice che da Mostar porta a Srebrenica passando per Sarajevo si è obbligati a fare i conti con le profonde fratture etnico linguistiche tra bosgnacchi musulmani, serbi ortodossi e croati cattolici.
Neppure la storia recente è condivisa, la guerra civile degli anni Novanta con le sue stragi è ancora oggetto di disputa con i negazionisti serbi che fanno la voce grossa.
Nel passaggio tra la Federazione di Bosnia ed Erzegovina e quell’entità che prende il nome di Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, dove l’ultra nazionalista separatista Milorad Dodik ha vinto le elezioni e rappresenterà i serbi in Parlamento, nemmeno i cimiteri sfuggono alla logica del conflitto.
Così capita di vedere famiglie musulmane che in punta di piedi vanno a pregare i propri morti ammazzati, in una terra che non li vuole.
Testo e immagini di Claudio Colotti
Le elezioni in Bosnia Erzegovina
Domenica 7 ottobre si sono svolte in Bosnia le elezioni parlamentari e presidenziali.
Nello specifico, i cittadini hanno eletto quattro presidenti, due vicepresidenti, cinque assemblee parlamentari e dieci cantonali. Per il governo centrale gli elettori hanno votato per le due camere del Parlamento e le tre presidenze (croata, bosniaca e serba che ruotano ogni 8 mesi).
Nella stessa giornata si è votato anche per decidere i vertici delle due entità che compongono la Repubblica: i deputati, il presidente, il suo vice della Repubblica serba e il Parlamento bicamerale della Federazione croato-musulmana, chiamata in seguito a decidere il presidente e i suoi due vice.
Milorad Dodik è il candidato eletto dalla Repubblica serba: fondatore del partito Snsd, Alleanza dei socialdemocratici indipendenti, nazionalista, negazionista del massacro di Srebrenica, in campagna elettorale ha promesso di rendere indipendente dal parte serba della Bosnia.
Dodik è noto per le sue posizioni filorusse e per la sua opposizione all’ingresso della Bosnia Erzegovina nell’Unione europea.
Sefik Dzaferovic, candidato del Partito d’azione democratica di centrodestra, è il presidente eletto dalla parte bosniaca. I croati hanno invece scelto come loro rappresentante Zaljko Komsic del Fronte democratico: Komsic, a differenza del suo sfidante Dragan Covic, si è schierato a sostegno della comunità bosniaca e a difesa della società multietnica che caratterizza il paese.