Com’è crescere in Transnistria
Una fotografa ha raccontato la vita dei giovani nella regione della Moldavia autoproclamatosi indipendente
La Transnistria è una repubblica di fatto indipendente ma non riconosciuta dalle Nazioni Unite, considerata parte della Moldavia. Nel 1990, con l’imminente scioglimento dell’Unione Sovietica, la Moldavia divenne indipendente. Nello stesso anno, la regione della Transnistria si autoproclamò indipendente e nel 1992 fu protagonista di una guerra con la Moldavia.
Oggi è una regione autonoma tutelata dalla Russia – cui nel 2014 la Transnistria chiese l’annessione, pur senza confinarvi geograficamente -, nella speranza di diventare, come più recentemente la Crimea, una nuova provincia di Mosca.
Proprio nel 2014 la fotografa tedesca Julia Autz si è recata a Tiraspol, la capitale della Transnistria, nella vicina città di Bender e in diversi villaggi, per raccontare la vita di tutti giorni di questo paese. “Senza gli aiuti dalla Russia, la Transnistria non riuscirebbe ad andare avanti” ha riferito la Autz al sito Calvaert Journal.
Il paese risente considerevolmente dell’influenza russa e, anche per questo, la popolazione tende a non dare immediatamente confidenza agli occidentali. Un discorso diverso vale però per i giovani, abituati a vivere in una regione autonoma molto chiusa, e pertanto curiosi nei confronti della cultura occidentale.
Nonostante la differenza linguistica, la fotografa e i ragazzi hanno superato questa barriera grazie a semplici strumenti come Google Translate, e così si sono conosciuti. La Autz ha potuto così documentare la vita dei ragazzi della Transnistria nelle loro giornate d’estate, incontrandoli al parco, per strada e visitando i loro appartamenti.
Ha parlato con loro, ascoltando i loro timori verso il futuro. Alcune preoccupazioni che si basano sulla divisione tra la nostalgia di un passato glorioso sotto l’Unione Sovietica – nella bandiera della Transnistria compare ancora la falce e martello – e i grandi problemi di oggi, come la disoccupazione.