Zimbabwe, il presidente Mugabe rifiuta di dimettersi
Da giovedì 16 Robert Mugabe, sua moglie Grace e due ministri si trovano agli arresti domiciliari nella residenza privata del leader 93enne
Il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, rifiuta di dimettersi volontariamente nonostante le pressioni esercitate dal suo partito, l’Unione nazionale africana di Zimbabwe (ZANU), che venerdì 17 novembre si riunisce in assemblea per presentare un progetto di risoluzione per deporlo e, nel caso di ulteriori resistenze di Mugabe, una richiesta di impeachment. La notizia è stata diffusa da BBC e Reuters.
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Da giovedì 16 novembre Mugabe, sua moglie Grace e due figure di spicco della fazione politica da lei guidata Generation 40, i ministri Jonathan Moyo e Saviour Kasukuwere, si trovano agli arresti domiciliari nella “Blue House”, la residenza privata del leader 93enne nella capitale Harare.
Alcuni report non confermati diffusi nei giorni scorsi sostenevano che la moglie Grace, suo potenziale successore alla guida del paese, fosse fuggita in Namibia.
Mercoledì 15 novembre l’esercito dello Zimbabwe ha preso il controllo della televisione nazionale ZBC, ma in una nota, letta da un generale e trasmessa sulla rete, nega che si tratti di un colpo di stato. I militari hanno detto che il presidente Robert Mugabe e la sua famiglia sono stati presi in custodia e si trovano al sicuro. Hanno detto inoltre che la loro azione punta solo a colpire “criminali” vicini al presidente che hanno “provocato sofferenze sociali ed economiche”.
Nella notte tra martedì 14 e mercoledì 15 novembre 2017 i militari hanno preso il potere marciando sulla capitale con dei carri armati, qualche giorno dopo la decisione del presidente Mugabe di estromettere il suo vice Emmerson Mnangagwa, candidato a succedergli al governo del paese. Mnangagwa era stato preso di mira soprattutto dalla moglie di Mugabe, Grace, anche lei candidata alla successione.
Mercoledì 15 novembre veicoli armati e soldati hanno bloccato le strade del centro di Harare, posizionandosi intorno agli edifici governativi e alla residenza del presidente. Esplosioni e colpi di pistola sono stati uditi nella capitale.
Secondo alcuni media, il ministro delle Finanze Ignatius Chombo è stato arrestato dall’esercito. Chombo è uno dei leader della fazione di Zanu-PF chiamata “G40”, che sostiene la moglie del presidente Grace Mugabe. Questa fazione è ritenuta l’obiettivo dell’azione militare.
Il 15 novembre un account Twitter con il nome del partito di governo, Zanu-PF, ma non certificato, ha pubblicato una serie di tweet in cui nega che ci sia stato un golpe, piuttosto una “transizione di potere senza spargimento di sangue, che ha visto l’arresto di persone corrotte e il fermo di un uomo anziano che veniva sfruttato dalla propria moglie. I pochi colpi che sono stati uditi provenivano da criminali che hanno resistito all’arresto, ma ora sono stati arrestati”.
“C’è stata la decisione di intervenire perché la nostra costituzione è stata compromessa. Nella fase di transizione Emmerson Mnagngawa sarà presidente del partito ZANU PF”, si legge nei tweet.
Zimbabwe has not had a coup. There has been a decision to intervene because our constitution had been undermined, in the interim Comrade E Mnagngawa will be president of ZANU PF as per the constitution of our revolutionary organisation.
— ZANU PF (@zanu_pf) 15 novembre 2017
There was no coup, only a bloodless transition which saw corrupt and crooked persons being arrested and an elderly man who had been taken advantage of by his wife being detained. The few bangs that were heard were from crooks who were resisting arrest, but they are now detained
— ZANU PF (@zanu_pf) 15 novembre 2017
Last night the first family was detained and are safe, both for the constitution and the sanity of the nation this was necessary. Neither Zimbabwe nor ZANU are owned by Mugabe and his wife. Today begins a fresh new era and comrade Mnangagwa will help us achieve a better Zimbabwe.
— ZANU PF (@zanu_pf) 15 novembre 2017
Qui sotto il video con il messaggio letto sulla televisione nazionale, pubblicato dal Guardian:
Victor Matemadanda, presidente dell’associazione dei veterani di guerra, che sostiene Mnangagwa, si è schierato in favore dei militari, dicendo che il presidente dello Zimbabwe dovrebbe essere rimosso dalla guida del paese e dal ruolo di segretario generale del partito Zanu-PF.
Intanto, il presidente del Sudafrica Jacob Zuma ha detto di aver parlato con Mugabe mercoledì. Il presidente dello Zimbabwe gli ha detto di essere confinato a casa ma di stare bene. Zuma, in qualità di presidente della Comunità per lo sviluppo dell’Africa meridionale, ha detto inoltre di aver mandato inviati speciali in Zimbabwe per incontrare Mugabe e l’esercito.
Il partito d’opposizione dello Zimbabwe, il Movimento per il Cambiamento Democratico (MDC) ha chiesto un ritorno pacifico all’ordine democratico e ha espresso l’auspicio che l’intervento militare porti a “creare una nazione stabile, democratica e progressiva”.
Come si è arrivati qui
Martedì 14 novembre quattro carri armati sono stati visti dirigersi verso la capitale dello Zimbabwe, Harare. Lo hanno riferito alcuni testimoni all’agenzia di stampa Reuters. La notizia arriva all’indomani delle dichiarazioni del capo delle forze armate nel paese, che ha detto di essere pronto a “intervenire” per mettere fine all’epurazione dei sostenitori di Emmerson Mnangagwa, il vicepresidente estromesso dall’incarico.
Altri due carri armati sono stati visti parcheggiati nella strada principale che collega Harare a Chinhoyi, che si trovano a circa 20 chilometri di distanza. I mezzi erano rivolti in direzione della capitale. I soldati presenti sul posto si sono rifiutati di parlare con Reuters.
Lo scorso 6 novembre il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe aveva licenziato il suo vicepresidente Emmerson Mnangagwa, con l’accusa di slealtà, mancanza di rispetto e disonestà. Mnangagwa è un ex capo dell’intelligence e ha 75 anni. Era considerato il favorito per la successione del presidente Mugabe, che ha 93 anni.
Il vicepresidente è stato fortemente criticato dai sostenitori della moglie di Mugabe, Grace, lei stessa considerata come un potenziale successore del marito. In precedenza Grace Mugabe aveva chiesto la rimozione del vice da parte del marito.
Con una mossa inattesa, il capo delle forze armate Constantino Chiwenga lunedì 13 novembre ha minacciato apertamente di intervenire nella crisi politica, se non si fosse fermata l’epurazione dei veterani nel paese, schierati con Mnangagwa.
“Dobbiamo ricordare a coloro che stanno dietro le attuali sleali bravate che, quando si tratta di proteggere la nostra rivoluzione, l’esercito non esiterà a intervenire”, ha detto Chiwenga in una dichiarazione letta ai giornalisti a una conferenza stampa.
Martedì 14 novembre, l’ala giovanile del partito di governo in Zimbabwe ha accusato il capo delle forze armate di aver sovvertito l’ordine costituzionale con la sua minaccia di intervento.
Grace Mugabe, 52 anni, ha molto seguito nell’ala giovanile del partito di maggioranza ZANU-PF. Sul fronte opposto, sono schierati i veterani della guerra d’indipendenza dello Zimbabwe, che una volta godevano di una posizione privilegiata sotto la presidenza Mugabe, ma negli ultimi anni sono stati estromessi dai ruoli più importanti del governo e del partito.