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Home » Esteri

Zelensky contro Nestlé: “L’azienda si rifiuta di lasciare la Russia”. La replica: “Attività notevolmente ridimensionate”

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“‘Buon cibo buona vita.’ Questo è lo slogan di Nestlé. L’azienda che rifiuta di lasciare la Russia”, ha detto Zelensky sabato durante un discorso al popolo svizzero. “Anche ora, quando ci sono minacce dalla Russia ad altri paesi europei. Non solo a noi. Quando c’è persino un ricatto nucleare dalla Russia”.

Nestlé, la multinazionale di cibo e bevande, si è difesa sottolineando di aver apportato cambiamenti radicali da quando la Russia ha invaso l’Ucraina. “Abbiamo notevolmente ridimensionato le attività in Russia: abbiamo interrotto tutte le importazioni e le esportazioni dalla Russia, ad eccezione dei prodotti essenziali”, ha affermato un portavoce di Nestlé in una dichiarazione alla CNN. “Non facciamo più investimenti né pubblicizziamo i nostri prodotti. Non otteniamo profitti dalle nostre restanti attività”.

Nestlé impiega più di 7.000 dipendenti in Russia, la maggior parte dei quali sono locali, ha affermato la società in precedenza. “Il fatto che noi, come altre aziende alimentari, forniamo alla popolazione alimenti importanti non significa che continuiamo come prima, come nulla fosse”, ha affermato Nestlé. “Siamo ancora una delle poche aziende alimentari attive in Ucraina e talvolta riusciamo persino a distribuire cibo a Kharkiv”, la seconda città più grande dell’Ucraina, attualmente sotto assedio.

La società ha annunciato l’11 marzo di aver sospeso le esportazioni dei suoi prodotti dalla Russia ad eccezione di articoli essenziali come gli alimenti per bambini. Nestlé ha anche affermato di aver smesso di importare Nespresso e altri prodotti in Russia, ad eccezione di beni essenziali tra cui alimenti per l’infanzia, cereali, alimentazione su misura e alimenti terapeutici per animali domestici.

Nestlé all’inizio dell’invasione aveva affermato di essere “scioccata e profondamente rattristata dall’invasione dell’Ucraina” e che la compagnia sarebbe stata al fianco della comunità internazionale nel chiedere la pace e il ripristino della sicurezza e della stabilità”.

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