Lo Yemen smentisce lo stop ai raid statunitensi
Trump aveva promesso una strategia più aggressiva contro i gruppi jihadisti nella regione, ma la prima missione che ha autorizzato è stata un disastro
Lo Yemen ha smentito la sospensione del permesso agli Stati Uniti di compiere missioni antiterrorismo nel paese impiegando forze speciali. A riportare la notizia martedì 7 febbraio 2017 era stato il New York Times, secondo cui la decisione del governo era arrivata dopo un’operazione andata storta, la prima autorizzata dal presidente Donald Trump.
Durante la missione del 29 gennaio sono stati uccisi diversi civili, tra cui anche dei bambini, e ha perso la vita anche un soldato americano. Fonti militari statunitensi hanno accusato l’amministrazione Trump di aver autorizzato l’operazione senza informazioni d’intelligence, preparazione e supporto sul campo adeguati, e il Pentagono ha aperto un’inchiesta.
Secondo il quotidiano statunitense la Casa Bianca continua a definire la missione un successo, nonostante siano emerse immagini che documentano un’orribile carneficina.
Ma lo Yemen è anche uno dei sette paesi a maggioranza musulmana – insieme a Siria, Iraq, Iran, Libia, Sudan e Somalia – interessati dal cosiddetto Muslim Ban.
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