Yemen: Israele ha bombardato il porto di Hodeidah controllato dagli Houthi
È il primo attacco mai realizzato dallo Stato ebraico nel Paese arabo
Le forze armate di Israele (Idf) hanno bombardato una serie di obiettivi nel porto di Hodeidah, nello Yemen occidentale controllato dai ribelli sciiti filo-iraniani Houthi, il primo attacco mai realizzato dallo Stato ebraico nel Paese arabo.
In una nota diramata sui social, le Idf hanno fatto sapere che il raid – presumibilmente condotto con 12 caccia, secondo l’emittente saudita al-Arabiya, compreso un F-35i Adir – è avvenuto “in risposta alle centinaia di attacchi contro lo Stato di Israele negli ultimi mesi”. Ieri, un drone lanciato dagli Houthi aveva ucciso un cittadino israeliano a Tel Aviv e ne aveva feriti alcuni altri.
Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa ufficiale Saba, gli attacchi condotti da Israele hanno colpito un deposito di carburante in città. Il ministero della Salute del governo di Sana’a controllato dagli Houthi, citato dall’agenzia, segnala un imprecisato numero di vittime. L’emittente saudita al-Hadath riporta almeno tre morti e 15 feriti, un bilancio di vittime non ancora confermato.
Il portavoce del movimento politico Ansarullah a cui si rifanno gli Houthi, Mohammed Abdulsalam, ha parlato di una “brutale aggressione” da parte di Israele, che “ha preso di mira delle strutture civili, tra cui alcuni serbatoi di petrolio e la centrale elettrica di Hodeidah”. “Questa brutale aggressione non farà che accrescere la determinazione del popolo yemenita, la fermezza delle sue forze armate e il crescente sostegno a Gaza”, ha detto Abdulsalam, citato dall’emittente locale al-Masirah, vicina ai ribelli.
La conferma del raid da parte delle Idf esclude una partecipazione, inizialmente riportata da al-Arabiya, da parte delle forze Usa e britanniche nell’area. L’attacco è stato approvato questa mattina dal ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. In una nota diramata dal suo ufficio sono state allegate alcune foto di un incontro avvenuto oggi al ministero in cui è stato dato il via al raid.
Dallo scorso novembre, dopo l’inizio dell’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza, gli Houthi hanno cominciato a lanciare razzi contro Israele e a minacciare le navi in transito nel mar Rosso dirette nei porti dello Stato ebraico o riconducibili a Paesi alleati di Tel Aviv per costringere il governo del premier Benjamin Netanyahu a fermare i raid sul territorio costiero palestinese.
Per tutta risposta, con l’operazione Prosperity Guardian, Usa e Regno Unito hanno cominciato a bombardare lo Yemen controllato da Ansarullah “per garantire la libera navigazione” nello stretto di Bab el Mandeb e nel Golfo di Aden, fondamentale per l’economia mondiale e che molte compagnie occidentali sono ormai costrette a evitare.
Anche l’Unione europea partecipa alla difesa di questo strategico tratto di mare, dove schiera la missione militare navale Aspides, di cui ha il comando proprio l’Italia e con durata prevista di un anno con opzione di rinnovo previo consenso del Consiglio Ue, affiancando l’operazione europea Atalanta, avviata nel 2008 per combattere la pirateria al largo del Corno d’Africa tra il Golfo di Aden e il bacino della Somalia, e assorbendo la missione di monitoraggio marittimo Emasoh, attiva dal 2020 nello Stretto di Hormuz.