A che punto è la guerra in Yemen
L'Arabia Saudita ha annunciato di voler ridimensionare l’impegno militare in Yemen. La coalizione saudita continuerà a fornire supporto aereo alle forze yemenite
L’Arabia Saudita ha annunciato di voler ridimensionare l’impegno militare in Yemen. La coalizione guidata dai sauditi e sostenuta dagli Stati Uniti e da altri paesi arabi è intervenuta nel paese del golfo circa un anno fa, per dare il suo sostegno al governo yemenita riconosciuto dalla comunità internazionale.
L’annuncio arriva a qualche giorno dall’attacco in un mercato nel distretto di Mustaba, nella provincia di Hajja, a nord della capitale Sanaa, che ha provocato oltre quaranta morti. L’area è sotto il controllo dei ribelli sciiti Houthi.
Un portavoce militare saudita ha detto che la coalizione continuerà a fornire supporto aereo alle forze yemenite. Un funzionario delle Nazioni Unite ha fatto sapere che 22 bambini sono morti nel raid.
Nel mese di gennaio, una commissione delle Nazioni Unite aveva riscontrato che gli attacchi aerei della coalizione a guida saudita avevano preso di mira civili, dicendo che questo potrebbe costituire un crimine contro l’umanità.
I ribelli Houthi stanno combattendo contro le forze fedeli al presidente in esilio Abdrabbuh Mansour Hadi. I combattimenti hanno ucciso più di 6.200 persone, costretto alla fuga milioni di sfollati e hanno spinto il paese più povero del mondo arabo sull’orlo della carestia.
Un portavoce militare saudita ha fatto sapere che la coalizione continuerà a fornire supporto aereo alle forze yemenite che combattono gli Houthi.
“L’obiettivo della coalizione è quello di creare un forte governo coeso con un forte esercito nazionale esercito in grado di combattere il terrorismo e imporre la legge e l’ordine in tutto il paese”, ha detto il portavoce.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha condannato l’attacco contro il mercato dicendo che gli “attacchi diretti contro la popolazione civile e obiettivi civili, compresi i mercati, sono severamente proibiti”.
La settimana scorsa Jamie McGoldrick, capo dell’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite in Yemen, ha detto che nessuna delle parti in conflitto sta adempiendo agli obblighi di proteggere i civili o di facilitare l’assistenza umanitaria.
La guerra, scoppiata all’inizio del 2015 tra forze governative e ribelli sciiti Houthi, ha lasciato un paese frammentato e di fronte a una grave crisi umanitaria. Militanti del sedicente Stato islamico hanno approfittato del caos per condurre una serie di attacchi mortali in tutto il paese.
Il 65 per cento del paese è rappresentato da musulmani sunniti, mentre il 35 per cento da shiiti, di cui fanno parte gli Houthi. Sono in molti a pensare che questi ultimi siano controllati dall’Iran, ma sia loro stessi che Teheran hanno negato l’ipotesi.
I numerosi tentativi di colloqui di pace per porre fine al conflitto sono falliti.