Voleva uccidere la regina Elisabetta, si dichiara colpevole di tradimento
Si è dichiarato colpevole di tutti i reati per i quali era stato incriminato formalmente nell’agosto scorso il ventunenne Jaswant Singh Chail, accusato di violazione del Treason Act.
Il giovane aveva cercato d’infiltrarsi armato di balestra il giorno di Natale del 2021 nel castello di Windsor: residenza abituale durante l’emergenza Covid della regina Elisabetta II, frattanto deceduta nel settembre 2022.
Chail, cittadino britannico d’origine asiatica residente nell’area di Southampton, è comparso oggi dinanzi a un giudice della corte londinese di Old Bailey per un’udienza del processo che lo riguarda. E alla domanda di rito si è riconosciuto colpevole di ciascuno dei capi d’imputazione: alto tradimento, possesso illegale di arma offensiva, nonché minaccia di morte (per aver dichiarato apertamente a un agente di polizia, intervenuto prontamente per fermarlo e ammanettarlo, di essere arrivato con l’intenzione di “uccidere la regina”).
Jaswant Singh Chail, 21 anni, è la prima persona a essere condannata per tradimento in Gran Bretagna dal 1981. A individuarlo e fermarlo è stata una guardia reale che si trovava davanti a un cancello che portava agli appartamenti privati della regina. Vestito di nero, con un cappuccio in testa e un passamontagna, Chail aveva in mano una balestra che era stata caricata con un dardo e al momento del fermo non aveva la sicura azionata.
Con sé l’uomo, che era disoccupato, ma aveva in precedenza lavorato in un supermercato, aveva un biglietto con su scritto: “Per favore, non toglietemi vestiti, scarpe e guanti, maschere ecc., non voglio l’autopsia, non voglio l’imbalsamazione, grazie e mi dispiace”.
In un video postato su Snapchat pochi minuti prima di entrare nel castello, Chail aveva detto: “Mi dispiace, mi dispiace per quello che ho fatto e per quello che farò. Tenterò di assassinare Elisabetta, regina della famiglia reale. Questa è una vendetta per coloro che sono morti nel massacro di Jallianwala Bagh del 1919. E’ anche una vendetta per coloro che sono stati uccisi, umiliati e discriminati a causa della loro razza”.
Il riferimento è al massacro di Jallianwala Bagh avvenuto dopo che le truppe britanniche hanno aperto il fuoco su migliaia di persone che si erano radunate nella città di Amritsar in India.