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Home » Esteri

Perché Angela Merkel vincerà di nuovo le elezioni in Germania

Immagine di copertina
Angela Merkel.

Il 24 settembre si va al voto in Germania. TPI ha intervistato il ministro dell'Ambiente del Baden-Württemberg, che spiega perché appare scontata un'altra vittoria della Cancelliera

Il prossimo 24 settembre si apriranno le urne per rinnovare il Bundestag, la camera principale del parlamento tedesco. Gli elettori saranno così chiamati a decidere chi dovrà governare il paese per i prossimi quattro anni.

I riflettori sono puntati sulla sfida tra i cristiano-democratici guidati dalla cancelliera uscente Angela Merkel e i socialdemocratici di Martin Schulz, una sfida che secondo gli ultimi sondaggi sembra già essere senza storia, con il centro destra in netto vantaggio sui socialisti.

Se questa previsione dovesse rivelarsi esatta, l’attuale cancelliera Angela Merkel – in carica dal 2005 – si avvicinerebbe al record di durata al vertice dell’esecutivo – 16 anni – detenuto dal suo mentore ed ex cancelliere federale Helmut Kohl, morto di recente.

LA CAMPAGNA ELETTORALE

Fino ad ora, la campagna elettorale tedesca sembra essersi svolta in un clima di tranquillità e pacatezza. Nessuna grande polemica, niente nervosismi e neppure particolari scontri fra i vari avversari politici. Neanche i temi più caldi al centro di questa tornata elettorale – immigrazione, terrorismo, giustizia sociale e Turchia – sono riusciti a scaldare gli animi.

Mentre al di fuori del paese il clima di tensione e di incertezza continua ad aggravarsi, in Germania l’approccio prescelto nei confronti delle grandi sfide del futuro sembra essere quello della serenità e della ragionevolezza.

A cosa è riconducibile questa tranquillità? Una prima spiegazione potrebbe essere fornita dalla personalità della cancelliera in carica, Angela Merkel, e al suo modo di confrontarsi con i rispettivi antagonisti politici. La cancelliera riesce a far cadere nel vuoto qualsiasi attacco indirizzato alla sua persona oppure alle sue idee, reagendo in modo pacato ed equilibrato.

Questo fa sì che molte delle critiche nei suoi confronti, vengano percepite come inappropriate e fuori contesto, dimostrando quindi un’incapacità da parte degli sfidanti a contrastare una Kanzlerin (cancelliera) che sembra ormai destinata ad essere riconfermata per la quarta volta consecutiva.

Una seconda interpretazione potrebbe anche essere la volontà di non cambiare lo status quo, essendo la Germania di Angela Merkel uno dei paesi più stabili dell’Unione europea, con una crescita stimata al 2,1 per cento per il restante 2017, con il più basso tasso di disoccupazione dalla riunificazione e con un surplus nel bilancio economico che supera addirittura i limiti imposti dalle regole Ue.

L’INTERVISTA A FRANZ UNTERSTELLER, ESPONENTE DEI VERDI

Come rivela in un’intervista in esclusiva per TPI, Franz Untersteller, esponente dei Verdi e ministro dell’Ambiente, del Clima e delle Politiche Energetiche del land tedesco del Baden-Württemberg: “In Germania non c’è alcun’atmosfera di cambiamento”.

“Ho l’impressione che i tedeschi siano soddisfatti della situazione attuale del paese. Dopotutto, la Germania sta bene economicamente. Cambiare cancelliere, vorrebbe dire cambiare un punto di riferimento e soprattutto una delle poche cose sicure in un mondo continuamente minacciato da crisi e incertezze”.

In effetti, a guardare i dati economici, la Germania esce vincente su tutti i campi, dalla crescita all’occupazione, dal lavoro all’innovazione.

Oltre alla personalità della cancelliera e la prosperità economica della Germania, la causa principale della volontà di non cambiamento è anche dovuta all’incapacità del principale rivale della cancelliera, il socialdemocratico Martin Schulz, nel proporre agli elettori tedeschi un progetto alternativo a quello di Angela Merkel.

Prima di tutto, perché è lo stesso Schulz con la sua SPD a far parte della “Große Koalition” (grande coalizione), e quindi qualsiasi critica rivolta al governo è in un certo senso una critica rivolta al suo stesso partito. La credenza comune della gente in questi casi è la solita: se siete stati al governo per quattro anni, pur essendo in una coalizione, perché non avete attuato le politiche che adesso proponete?

La scelta elettorale di Schulz nel voler dare un peso prevalente ai temi legati alla giustizia sociale, in uno dei paesi europei più prosperi economicamente, non è stata strategicamente brillante.

Come ha sottolineato il ministro Untersteller: “Pur essendo corretto parlare di temi legati alla giustizia sociale per un partito socialdemocratico, è stato un errore non portare in prima linea questioni legate al futuro. Il tema dell’ambiente e delle politiche climatiche, per esempio, sono tematiche troppo importanti per non essere prese in considerazione in una campagna elettorale”.

“Schulz, come Angela Merkel, parla troppo poco di temi ambientali, e questo è stato decisamente evidente nello scontro televisivo tra i due candidati di domenica 3 settembre. Proprio questo dibattito televisivo rappresentava una grande possibilità per Schulz di portare in primo piano temi legati al clima, differenziandosi così dalle posizioni assunte dalla Merkel. Di questo non si vede traccia nella campagna elettorale di Schulz”, prosegue il ministro.

Secondo l’esponente dei Verdi, il candidato socialdemocratico “gioca in modo troppo difensivo e non si differenzia sufficientemente dalla cancelliera”.

La grande abilità della Merkel è stata quella di prendere temi appartenenti a partiti di diverso orientamento politico e farli propri, intercettando perfettamente i sentimenti del paese. Salario minimo, giustizia sociale, svolta energetica, matrimoni omosessuali e accoglienza dei migranti sono solo alcuni temi originariamente portati avanti dai Verdi o dall’Spd diventati materia della Merkel.

La legge per i matrimoni tra coppie omosessuali è stata approvata lo scorso giugno, con l’astuzia della cancelliera, che avendo dato libertà di coscienza ai deputati nell’esprimere il proprio voto, aveva lei stessa liberamente votato “No”. Inoltre, rendendo il suo voto pubblico poco dopo, ha dimostrato di non voler tradire i valori di una gran parte della Germania conservatrice e religiosa.

Nel picco della crisi dei migranti nel settembre 2015 e con le stazioni di Budapest e di Vienna stracolme di persone in cerca di asilo politico, la Germania della Merkel fu la prima a prendere una posizione netta a riguardo, aprendo le porte a più di un milione di profughi. In questa modo si è resa sicuramente impopolare nei confronti di alcuni esponenti della Csu, il partito cristiano-sociale della Baviera e federato alla Cdu di cui la cancelliera fa parte, ma allo stesso tempo ha dimostrato di avere un profondo senso di umanità oltre che rispettare pienamente l’articolo uno della Costituzione tedesca, che afferma che “la dignità umana è inviolabile”.

I tragici fatti di Fukushima nel 2011, portarono la cancelliera Angela Merkel alla decisione di abbandonare una politica energetica nucleare, interpretando così la volontà della gran parte dei tedeschi e rubando in questo modo la scena a una campagna contro il nucleare che avrebbe dovuto spettare quasi interamente ai Verdi.

Quanto allo stato sociale, l’introduzione del salario minimo (8,50 euro all’ora) nel 2015 parla da sé. Come afferma il ministro Untersteller, “la cancelliera Angela Merkel è riuscita a ‘socialdemocratizzare’ la Cdu”.

I PARTITI IN CORSA

Mentre tutti i riflettori sono puntati sulla sfida tra CDU e SPD, il vero cambiamento di queste elezioni sarà soprattutto determinato da chi riuscirà ad arrivare terzo e quarto dopo i partiti tradizionali. Con il sistema elettorale proporzionale in vigore in Germania, saranno necessarie delle alleanze politiche per riuscire a formare un governo, data la scarsa probabilità che un partito riesca a raggiungere la maggioranza assoluta.

Tra i partiti in corsa per questi posti, si possono trovare la sinistra radicale dei Die Linke, i liberali dell’FDP, i Verdi e infine la destra radicale dell’AFD. Secondo il ministro Untersteller, “il terzo e quarto posto saranno determinanti per definire la linea politica del nuovo governo”.

“Chi conosce la Germania, sa che c’è una notevole differenza tra il land del Nordrhein-Westfalen, governata dalla coalizione tra Cdu e Fdp, e quello del Schleswig-Holstein, con un governo formato da Cdu, Verdi e Fdp. Se si osservano sotto la lente di ingrandimento gli accordi di coalizione di queste due regioni, si possono constatare le enormi differenze”.

“Il clima, per esempio, non viene visto come una priorità nel Nordrhein-Westfalen, al contrario nello Schleswig-Holstein – con la partecipazione dei Verdi – viene messo in prima linea. Proprio quest’esempio lascia trapelare quelle che saranno le politiche del nuovo governo. Un governo formato da Cdu e Fdp risulterebbe fatale per quanto riguarda la questione climatica e la svolta energetica del paese. Mentre la partecipazione dei Verdi all’esecutivo garantirebbe una maggiore dedizione al clima e alle politiche ambientali”.

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