La Virginia vieta il matrimonio ai minori di 18 anni
Fino a oggi nello stato americano era legale sposarsi a 12 o 13 anni, con il consenso dei genitori o se incinte, ma la nuova legge fissa a 18 anni l'età minima
Chi pensava che il fenomeno delle spose bambine fosse una pratica piuttosto diffusa in paesi orientali, come il Qatar, lo Yemen o il Bangladesh, si deve ricredere. Tre giorni fa, il 5 luglio, lo stato americano della Virginia ha introdotto il divieto dei matrimoni fra minori. Finora, in Virginia era legale per le bambine di 12 e 13 anni sposarsi, con il consenso dei familiari o se incinte.
Con la nuova legislazione approvata qualche giorno fa, ma in vigore da oggi, venerdì 8 luglio, il limite d’età per contrarre un matrimonio nello stato americano è fissato a 18 anni d’età. In casi eccezionali ci si potrà sposare a 16 anni, ma solo se il giudice lo consente, escludendo però condizioni come gravidanze precoci o il consenso della famiglia, come ha precisato il Washington Post al riguardo.
Per avere una proporzione seppur minima del fenomeno occorre partire dai numeri riportati dal quotidiano The Independent. Negli ultimi nove anni, dal 2004 al 2013, sono state 4500 le bambine al di sotto dei 18 anni di età ad aver contratto un matrimonio. Duecento di loro avevano addirittura meno di 15 anni.
La nuova legislazione è stata il frutto di una lunga battaglia portata avanti dagli attivisti dei diritti umani negli anni – l’ultima risalente a qualche mese fa – e dallo sforzo congiunto delle due fazioni politiche (repubblicana e democratica). Il merito di aver reso concreta questa legge è da attribuire alla senatrice repubblicana, Jill Holtzman Vogel, e alla democratica Jennifer McClellan, le quali hanno sostenuto con forza l’approvazione della norma.
Ma la Virginia non è stata l’unica. Nel corso di quest’anno, anche altri stati americani hanno provveduto ad adottare una legislazione che regolamentasse i matrimoni fra minori ancora in vigore, fissando l’età minima a 18 anni. Tra questi si annoverano la California, il Maryland, il New Jersey e lo stato di New York.
Dietro questi numeri ci sono ovviamente le storie personali e dolorose di tante bambine e adolescenti costrette a sposarsi troppo presto, come la storia di una studentessa liceale stuprata ripetutamente dal proprio insegnante il quale, per evitare guai, ha convinto i genitori della ragazza a concedergli il permesso di sposarla.
“Era la seconda volta che ricorreva a questa strategia. La prima si era conclusa con un divorzio. Ora che sono sposati però non esiste più alcun reato. Ma la ragazza ha dovuto lasciare la scuola e lui le ha rovinato la vita”, ha raccontato la senatrice Vogel, una delle fautrici della nuova legislazione.
Secondo le statistiche, le adolescenti che si sposano in tenera età hanno un’alta probabilità di abbandonare gli studi troppo presto o di andare incontro a rischi per la salute legati a gravidanze precoci.
Se la Virginia ha deciso di dire basta ai matrimoni tra minori, negli Stati Uniti ci sono ancora sei stati che consentono di contrarre dei matrimoni alle giovani al di sotto dei 16 anni.
Oltre ai danni a lungo termine di natura psicologica o fisica, c’è anche un altro problema legato alla possibilità di contrarre matrimoni di questa natura, come incentivare seppur indirettamente il traffico di esseri umani per fini sessuali o legittimare atti di stupro. La nuova legge in vigore oltre a fissare un’età minima, mira pertanto anche a contenere i matrimoni forzati e limitare questi rischi.
Un mese fa, una nota star su YouTube, Coby Persin, aveva lanciato una campagna provocatoria contro i matrimoni precoci. A Times Square, un uomo di 65 anni e la sua giovane sposa di 12 anni posavano per le foto di rito, davanti agli occhi increduli di turisti e passanti. “Le persone non sopportano l’idea che una bambina sposi un uomo più anziano di lei. Ma questo non dovrebbe succedere in nessun posto del mondo”.
(Qui sotto l’esperimento sociale condotto da Coby Persin a Times Square)