Il video di un umanoide di plastilina che sta inquietando chiunque lo guardi
Si intitola “Hi Stranger”, dura poco meno di tre minuti e l’unico personaggio visibile nel video è un pupazzo di plastilina che si rivolge allo spettatore
A partire da novembre 2016, in rete è comparso un video che, pur essendo indescrivibile e opera di un’artista poco conosciuta, ha lasciato ipnotizzati e incuriositi milioni di utenti, ottenendo un successo virale a partire dalle ultime settimane di marzo.
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Si intitola Hi Stranger, dura poco meno di tre minuti ed è stato creato da Kirsten Lepore, un’animatrice già impegnata in passato con Cartoon Network e altri canali per bambini, che questa volta ha scelto di realizzare qualcosa di completamente diverso.
L’unico personaggio visibile nel video è un pupazzo di plastilina animato dalle vaghe sembianze umane, che mentre è sdraiato nudo a pancia in sotto si rivolge direttamente allo spettatore iniziando proprio con le parole: “Hi stranger, it’s been a while. I missed you” (“Ciao, sconosciuto, ne è passato di tempo. Mi sei mancato”).
Nei minuti che seguono, il personaggio, doppiato dalla voce digitalmente modificata di Garrett Davis, continua con un monologo sul fatto che chi sta guardando il video sia bellissimo, degno di essere amato e non debba buttarsi giù per i suoi problemi quotidiani, lasciando in qualche modo lo spettatore confuso su dove voglia andare a parare.
Il video ha scatenato reazioni molto diverse. C’è chi si è sentito inquietato da questo strano umanoide nudo intento a rivolgersi direttamente allo spettatore, e chi invece ha provato una strana sensazione di relax e pace interiore.
La testata online Inverse ha perfino indagato sul perché molta gente possa trovarlo raccapricciante, citando un articolo di psicologia che nel 2016 ha effettuato uno studio su più di mille persone per determinare quali siano le caratteristiche che rendono inquietante una persona e mettono a disagio un soggetto.
Molte delle caratteristiche attribuibili allo strano umanoide di Hi stranger sono infatti le stesse indicate dai partecipanti: un sorriso “particolare”, occhi sporgenti, pelle pallida, l’eccessiva magrezza, l’espressione di troppe (o troppo poche) emozioni, il fatto di portare la conversazione verso un singolo argomento (in particolare il sesso).
Di fatto, tutto quello che ha a che fare con l’ambiguità è ciò che ci mette a disagio e crea ansia, perché non sappiamo se c’è qualcosa da temere o meno, né capiamo la natura precisa dell’eventuale minaccia, finendo per restare nell’inazione, in questo caso incapaci di distogliere lo sguardo dal video.
Giudicate voi stessi (è possibile attivare i sottotitoli in italiano cliccando sul pulsante in basso a destra):
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