Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 10:38
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Viaggio nella guerra dimenticata dello Yemen: ecco come si muore di fame

Immagine di copertina

La quarta tappa del percorso di Laura Silvia Battaglia in Yemen, dove la guerra tra houthi e lealisti ha provocato la morte di quasi 10mila persone secondo i dati Onu

Ho sempre fotografato esseri umani vivi. Qualche volta mi è capitato di fotografarli da morti, come un attentatore suicida a Mosul, nella piazza della municipalità, di fronte al ponte al Hurria, crepato da una ventina di giorni, il femore rotto, le gambe ridotte a ossa spolpate, il cranio sfondato e bruciato, nella smorfia di dolore di quell’azione estrema. Ma stavolta è stata più dura.

X. è morto davanti alla telecamera. È morto nel mentre. Mentre filmavo e mentre il dottore eseguiva la rianimazione, ma non è riuscito a salvarlo. X. era un bambino di 4 mesi, malnutrito, ricoverato all’ospedale al Thoura di Hodeida, una città nel nord dello Yemen sul mare, meta di vacanze per gli abitanti della montagna yemenita, e per le famiglie benestanti di Sanaa, capitale del paese.

Tuttora è il posto preferito dalle coppie per la luna di miele, se proprio non si può andare a Socotra, la stupenda isola dell’Oceano Indiano che è parte del territorio nazionale. Hodeida è anche il luogo dove vivono migliaia di anime povere, solitamente pescatori, contadini, addetti delle pulizie, più facilmente indiani o somali. 

È una delle città con la percentuale più alta di persone che vivono negli slums e nelle campagne in condizioni sotto la povertà, con lavori giornalieri e saltuari, malnutriti e con accesso limitato ad acqua pulita e alle cure mediche.

Nell’estate 2016 un bombardamento ha completamente piegato il quartiere dei pescatori prospiciente al mare. L’obiettivo militare erano i possedimenti, le ville e le proprietà del potente sheik Naji Jumaan al Jidri, preminente personalità della tribù houti, predicatore, guida religiosa.

Ma di fatto la coalizione araba guidata dall’Arabia Saudita che a marzo del 2015 ha intrapreso una campagna militare nello Yemen per arginare l’avanzata dei ribelli sciiti houti ha azzerato anche l’area intorno alle proprietà dello sheik. Così facendo, ha anche distrutto la moschea frequentata dalla comunità indiana musulmana del posto, dividendo e smembrando famiglie e successivamente costringendo molti uomini diventati nullatenenti a prendere la strada del mare, ufficialmente per pescare, ufficiosamente per dedicarsi ad attività di pirateria. 

A Hodeida ci sono solo due ospedali pubblici. Le cliniche private sono molte ma costano. L’economia di questa città che nei tempi d’oro ruotava sul turismo e sulla fabbrica di succhi di frutta e imbottigliamento di mango più famosa di tutto lo Yemen, la Dico (Dihrim company), è crollata a picco.

Capannelli di mendicanti bambini si affacciano a ogni angolo di strada. L’ospedale al Thoura, il più grande, pubblico e in centro città, al mattino presto è un girone infernale. Tutti gridano dietro qualche porta, tutti premono per una firma del dirigente dell’ospedale. I più bivaccano, soprattutto uomini. I miliziani si muovono dappertutto con i kalashnikov in bella vista.

Quando sono arrivata al reparto malnutrizione X. era ancora sul lettino, con la cannula per l’ossigeno saldamente fissata al suo naso scheletrico. Ma X. era già uno scheletro: la radiografia più impietosa di una morte annunciata.

Non chiamo X. così perché voglio proteggere la sua identità. X. non ha nome. Sua madre non gliel’ha nemmeno messo, quando lo ha partorito. Gli ha dato la vita ed era già sfiancata, disidratata.

Si è fatta portare, con fatica, dalla campagna alla città. E lo ha depositato al dipartimento per i bambini malnutriti fondato anni fa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Dopo qualche giorno è tornata indietro per badare agli altri cinque figli, facendo cambio con la madre, la nonna del bambino, Jumah. 

Jumah ha assistito X. fino alla sua morte. Nei cinque minuti in cui il decesso del bambino è stato decretato con certezza, ha compiuto pochi gesti precisi, veloci. Senza lacrime ma con grande pietà: ha aiutato l’infermiera a estrarre la cannula dell’ossigeno dal naso del bambino.

Ha ripulito il suo viso dal muco, affinché le mosche non gli si posassero più sulle palpebre con quella insistenza irriverente; lo ha spogliato, lasciandolo sul letto qualche minuto.

Poi ha ricomposto il cadaverino nella sua stessa coperta, come un sudario, stringendo il tessuto sui piedini invisibili e sul cranio spolpato. Ha infilato tutto il resto nella sporta di carta plastificata che era tutto quello che si era portata dietro per quattro mesi di permanenza. 

È solo rimasta qualche minuto sul ciglio del letto senza dire una parola, mentre io documentavo, fotografavo, filmavo. So che la sua frustrazione era grande e che ha odiato la mia invadenza. Ma è stato il prezzo che ho pagato per fare sapere e per fare vedere che qui, in Yemen, si muore di guerra. Si muore di fame. 

LEGGI ANCHE: VIAGGIO NELLA GUERRA DIMENTICATA DELLO YEMEN: LUNGO LA VIA DELLA SETA (PRIMA PUNTATA)

LEGGI ANCHE: VIAGGIO NELLA GUERRA DIMENTICATA DELLO YEMEN: LA NOTTE DI SANAA (SECONDA PUNTATA)

LEGGI ANCHE: VIAGGIO NELLA GUERRA DIMENTICATA DELLO YEMEN: DENTRO GLI OSPEDALI, TRA GLI EROI DI TUTTI I GIORNI (TERZA PUNTATA) 

Ti potrebbe interessare
Esteri / Inchiesta – Così il gigante europeo Rheinmetall vende macchine per produrre munizioni a Paesi che armano la Russia
Esteri / Benvenuti nel “nuovo” Medio Oriente: ecco cosa aspettarsi nella regione per il 2025
Esteri / Il grande equivoco di Donald Trump: così il divario tra aspettative e realtà può cambiare gli Usa
Ti potrebbe interessare
Esteri / Inchiesta – Così il gigante europeo Rheinmetall vende macchine per produrre munizioni a Paesi che armano la Russia
Esteri / Benvenuti nel “nuovo” Medio Oriente: ecco cosa aspettarsi nella regione per il 2025
Esteri / Il grande equivoco di Donald Trump: così il divario tra aspettative e realtà può cambiare gli Usa
Esteri / La Cina è già pronta alla guerra con gli Stati Uniti d’America
Esteri / Francia-Germania: perché l’asse che reggeva l’Europa si è arrugginito
Esteri / Siria: Usa raddoppiano le truppe e inviano a Damasco una delegazione per incontrare Hayat Tahrir al-Sham
Esteri / Ucraina: scontro a distanza tra Putin e Zelensky e la Russia torna a bombardare Kiev
Esteri / Gaza: oltre 45.200 morti dal 7 ottobre 2023, 77 nelle ultime 24 ore. Cisgiordania: coloni assaltano e incendiano una moschea in un villaggio palestinese. Israele apre un'indagine. La Svezia non finanzierà più l’Unrwa. Siria: delegazione Usa incontra al-Jolani a Damasco. Centcom: "Ucciso in un raid il leader dell'Isis"
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Perché Luigi Mangione, accusato dell’omicidio dell’a.d. di United Healthcare, è stato incriminato per terrorismo?