Il Venezuela minaccia il ritiro dall’Organizzazione degli stati americani
I paesi hanno chiesto la convocazione di una riunione urgente sulla situazione in Venezuela. Sale intanto a 26 il numero delle vittime nelle proteste contro Maduro
La ministra degli Esteri del Venezuela ha minacciato il ritiro dall’Osa, l’Organizzazione degli stati americani. Il 25 aprile sedici paesi dell’Osa hanno chiesto la convocazione urgente, per il 26 aprile, di una sessione straordinaria del Consiglio permanente dell’organismo, per esaminare la situazione in Venezuela dopo le proteste che stanno andando avanti in tutto il paese contro il presidente Nicolas Maduro.
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La ministra degli Esteri venezuelana, Delcy Rodriguez, ha detto alla tv di stato di avere ricevuto istruzioni dal presidente Maduro di avviare la procedura per il ritiro di Caracas dall’Osa, ritenuta braccio di Washington, se i ministri degli Esteri dell’area terranno una riunione sulla crisi in atto nel paese senza dichiarare sostegno al suo governo.
Lo scorso 3 aprile il presidente di turno del Consiglio, il boliviano Diego Pary – il cui governo è alleato con quello del presidente Nicolas Maduro – si è rifiutato di convocare una sessione del Consiglio richiesta da 20 paesi, che però si è tenuta lo stesso. Durante la riunione è stata approvata una dichiarazione nella quale si denunciava una “grave alterazione incostituzionale dell’ordinamento democratico” in Venezuela.
L’Osa aveva fatto sapere che il Venezuela sarebbe stato sospeso dall’organizzazione se non avesse tenuto elezioni generali “al più presto possibile”.
Per la sospensione del Venezuela sono necessari i voti di due terzi delle 34 nazioni che fanno parte dell’assemblea generale dell’Osa. Caracas può contare sul supporto di molti paesi poveri dell’America centrale e delle nazioni caraibiche.
Intanto il bilancio delle vittime delle proteste iniziate da più di un mese si aggrava: con la morte di due persone martedì 25 aprile, colpiti dagli spari, sale a 26 il numero delle vittime delle proteste contro Maduro.
Orlando Medina, 23enne, è stato freddato in una strada nello stato di Lara durante le proteste contro il presidente. Luis Marquez, 52 anni, è morto nello stato di Merida dopo aver ricevuto un colpo d’arma da fuoco durante una manifestazione pro-Maduro.
Secondo alcuni attivisti politici e i media venezuelani il numero di morti sarebbe più alto, ma le informazioni non sono state confermate.
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