Il presidente del Venezuela Maduro ha accusato l’opposizione per l’attacco con i droni
Il leader chavista ha puntato il dito contro l'ex presidente del parlamento Julio Borges, ora in esilio in Colombia. A incolparlo sarebbero anche alcune persone già arrestate per il presunto colpo di stato
Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro ha accusato l’ex presidente del Parlamento Julio Borges di essere coinvolto nel tentativo di assassinio con droni avvenuto durante la parata di sabato 4 agosto a Caracas.
In diretta tv il leader chavista ha detto che alcune delle sei persone già arrestate per il presunto golpe, che il presidente considera un attacco contro la sua persona, avrebbero fatto il nome del leader dell’opposizione, attualmente in esilio.
“Tutte le prove puntano su Julio Borges, che vive in una proprietà a Bogotà ed è protetto dal governo uscente colombiano. Di lui sappiamo che è piuttosto codardo a partecipare a tali eventi”, ha detto Maduro.
Di fronte alle accuse, Borges ha risposto direttamente su Twitter. “Nessuno crede alla farsa dell’attentato. È un montaggio per condannare chi si sta opponendo alla dittatura”.
.@NicolasMaduro me has acusado de la guerra económica, de la crisis del efectivo, de la hiperinflación, de la escasez generalizada, de trata de blancas ¿Y ahora de la farsa del atentado? No engañas a nadie. El único culpable de la tragedia del país eres tú.
— Julio Borges (@JulioBorges) August 8, 2018
Il parito di opposizione venezuelano Primero Justicia ha denunciato l’arresto di uno dei suoi deputati, Juan Requesens, e di sua sorella Rafaela. “Sono stati sequestrati oggi da 14 uomini del Sebin”, il servizio segreto venezuelano, ha scritto il partito su Twitter.
Mientras Nicolás Maduro acusaba infundadamente a @JuanRequesens, el SEBIN lo privaba ilegítimamente de su libertad, lo cual no es más que una relación causa efecto entre sus palabras y la violacion de los derechos humanos de quienes luchamos por la libertad de nuestro país. (4/7)
— Primero Justicia (@Pr1meroJusticia) August 8, 2018
L’ex capo della polizia municipale venezuelana e attivista anti-governativo, Salvatore Lucchese, ha rivendicato di aver collaborato ad organizzare l’operazione per lanciare il fallito attentato. Da Bogotà, dove si tiene in contatto con l’opposizione, Lucchese ha dichiarato alla Reuters di aver orchestrato l’attacco con un’associazione di militanti anti-Maduro, genericamente nota in Venezuela come la “resistenza”.
La Reuters ha specificato di non aver potuto verificare in modo indipendente le dichiarazioni di Lucchese, in passato finito in carcere in Venezuela per la partecipazione a proteste contro il governo. “La lotta armata continuerà”, ha annunciato Lucchese.
Sabato 4 agosto il presidente venezuelano aveva puntato il dito anche contro l’ex presidente della Colombia Juan Manuel Santos, accusato di essere “dietro l’attentato”. In un messaggio tv a reti unificate, Maduro aveva denunciato che il golpe era stato opera di terroristi addestrati in Colombia ma Bogotà aveva respinto ogni accusa. Maduro aveva anche menzionato Lucchese, legato al nuovo presidente colombiano, Ivan Duque.