Perché si dice che venerdì 17 porta sfortuna
Un sondaggio del 2016 realizzato da OnePoll ha registrato che il 59 per cento degli Italiani guarda con sfavore alla data di venerdì 17. Il numero 17, nella nostra cultura, viene tradizionalmente visto come un numero sfortunato al punto da aver dato origine a una vera e propria fobia, nota come eptacaidecafobia, ovvero “paura del numero 17”.
Ma da cosa deriva questa fama del 17, e in particolare del venerdì 17?
Il venerdì 17 è visto come l’abbinamento di due elementi negativi, il numero 17, su cui ora ci soffermeremo, e del venerdì, giorno in cui è stato crocifisso Gesù Cristo.
L’origine di questa fama del numero 17 è dibattuta, e ci sono diversi elementi che lo avvicinano ad essa. Nell’Antico Testamento è scritto che il diluvio universale è avvenuto “il 17 del secondo mese”, ma va anche detto che questo numero, nella tradizione ebraica della Cabala, è visto come propizio, in quanto somma della nona, della seconda e della sesta lettera dell’alfabeto ebraico che formano insieme la parola “tov”, che significa “buono” e “bene”.
Le tradizioni greche e latine vedono invece meno di buon occhio questo numero. I seguaci di Pitagora, ad esempio, vedevano molto positivamente i numeri 16 e 18, in quanto rappresentavano perfettamente l’area dei quadrilateri. Per loro questo tipo di forme raggiungevano la perfezione se i loro lati erano 4 per 4 o 6 per 3. Il 17, trovandosi in mezzo a questi due numeri e non essendo funzionale a questa logica, era visto negativamente.
Per i romani il numero 17 si scriveva XVII. Le lettere che formavano tale numero, anagrammate, formavano la parola “vixi”, letteralmente “ho vissuto”, parola che compariva spesso nei sepolcri e nei contesti funebri e che portava il numero a essere associato alla morte.
Un altro possibile elemento è inoltre la battaglia di Teutoburgo del 9 avanti Cristo, in cui i romani vennero sconfitti dai germani. In questa battaglia le legioni 17, 18 e 19 vennero sterminate e, per questa ragione, questi tre numeri non vennero più attribuiti a nessuna legione.
In ogni caso, quella del 17 – e del venerdì 17 in particolare – e della sfortuna a esso associata non trova particolare riscontro fuori dall’Italia, dove in genere il numero infausto è considerato il 13. Nel nostro paese, il 17, è anche un sinonimo di “disgrazia” nella smorfia napoletana.
Il Cicap ha notato come ci siano alcune leggende metropolitane intorno alla fama del 17. È ad esempio diffusa la storia per cui in Italia non esista l’autostrada A17 e che questa sarebbe sostituita da una non ben definita A16bis. In realtà la A17 esiste ed è quella che collega Roma a Fiumicino, ma è anche vero che nella segnaletica non è mai indicata con il proprio numero (fatto che tuttavia non sorprende, come spesso accade per diversi raccordi autostradali, categoria cui la Roma-Fiumicino può essere assimilata).