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Vendere latte di cammella negli Usa

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Un 23enne saudita ha deciso di produrre e vendere negli Stati Uniti una bevanda dalle caratteristiche uniche

“Sentivo sempre parlare del Medio Oriente in senso negativo, volevo che gli americani conoscessero qualcosa di bello e soprattutto di molto buono”. Walid aveva le idee chiare sul suo futuro e, dopo la laurea, ha deciso di rimanere in California per creare un’azienda che distribuisse il latte di cammella nelle case degli statunitensi. Dopo essersi guadagnato diversi clienti diretti, ora punta a convincere i negozianti a mettere il suo prodotto tra gli scaffali dei loro esercizi commerciali.

All’inizio ha contattato i proprietari dei 5.000 cammelli presenti sul suolo americano, quasi tutti appartenenti alle varie comunità Amish presenti negli Stati Uniti. “Sembra incredibile, ma ora molti dei nostri cammelli sono sotto la neve” mi spiega “sono animali docili e obbedienti, vivono bene in qualsiasi condizione meteorologica e non soffrono il freddo”.

“Non è facile fare affari con delle persone che non hanno né telefono né elettricità” racconta, “ma è davvero bello lavorare con gli Amish. Sono persone di cui ci si può fidare”. Walid ha imparato molto dai membri di questo gruppo, ad esempio che non c’è bisogno di mandare un fax per confermare il contratto, ma basta una stretta di mano. Quando deve ritirare il latte, passa spesso alcune ore nelle loro fattorie ed è diventato per molti un ospite gradito.

La religione non è mai stata un ostacolo. Walid è un musulmano osservante e racconta di avere sempre trovato persone molto gentili e amichevoli tra gli Amish. I membri di questa comunità di cristiani tradizionalisti conoscono molto bene cosa significhi essere giudicati negativamente dagli altri ed evitano perciò di essere poco rispettosi nei confronti di chi non fa parte del loro gruppo.

L’idea di Walid è di diffondere il latte di cammella nelle fasce di reddito alte, più propense a spendere 18 dollari (13,5 euro) per quasi 500 ml di latte. Un costo ancora troppo alto dovuto ad alcuni problemi di produzione. Questi animali sono molto rari negli Stati Uniti e provvedono le stesse famiglie di allevatori a mungerli. Così la produzione del loro latte è ancora bassa, nonostante la domanda sia in forte crescita.

Le ragioni del successo sono almeno due. La prima è che il latte di cammella ha un gusto molto particolare. Quando è fresco ha un sapore simile a quello del latte che siamo abituati a bere, ma un po’ più salato, decisamente più rinfrescante e con un forte retrogusto. Inoltre è più leggero e perciò più semplice da digerire, tanto che può essere bevuto con più facilità anche da chi è intollerante al lattosio.

Inoltre è molto nutriente, contiene il triplo della vitamina C, e ha una quantità di colesterolo più bassa rispetto al latte di mucca. Alcuni studi suggeriscono che sia molto simile al latte materno e che possa essere avere dei benefici per i bambini affetti da autismo. Si tratta tuttavia di ricerche portate avanti in ambito universitario e non ancora confermate da enti terzi, come l’Agenzia Americana degli alimenti e dei medicinali (Fda).

Da qualche mese l’Unione Europea ha permesso la vendita di questo alimento anche nel territorio comunitario ed è probabile che presto possa comparire anche nei nostri supermercati. La Fao ritiene che possa aiutare a combattere la fame nel mondo, visto che il cammello sopravvive anche a climi molto difficili e può essere un ottimo mezzo di trasporto in diverse regioni. Inoltre può fornire la carne necessaria al sostentamento delle famiglie più povere. Walid non ha dubbi sulla sua decisione, anche perché ritiene che “il latte di cammella entrerà nella dieta degli americani nei prossimi anni. È già successo con l’hummus, che è diventato in breve tempo uno degli alimenti più venduti negli Stati Uniti.”

Matteo Colombo

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