Tutti i numeri dei vaccini in Europa: ecco perché alcuni Paesi sono più efficienti di altri
Le dosi distribuite, le tipologie di vaccino in avanzamento, i sondaggi sulla fiducia delle persone. Qualche dato per orientarsi sullo stato dell'arte delle vaccinazioni anti-Covid in Ue
L’Italia costretta a stare al passo della Germania, anche per quanto riguarda la vaccinazione? Nell’ultima settimana, non sembra, dato che ha fatto quasi il doppio dei vaccini dei tedeschi, e momento è al secondo posto nell’Ue (dopo la Danimarca) per numero di vaccini somministrati ogni 100 persone, nonché nella top-10 mondiale tra i paesi con più di 10 milioni di abitanti con 412.619 dosi somministrate, lo 0,68 per cento, secondo le statistiche di Our World in Data. Ma quali strategie stanno funzionando e quali invece no? Ecco qualche dato utile.
Le dosi di vaccino somministrate
Ripercorriamo un attimo le tappe fondamentali. L’8 dicembre, il primo vaccino è stato somministrato nel Regno Unito. L’Unione europea ha quindi preso il via il 27 dicembre, con il V-Day. E, secondo i dati di Politico, la vaccinazione di massa in Ue partirà solo questa primavera.
Di seguito il numero totale di dosi di vaccino somministrate e le cifre aggiustate pro capite per confrontare i progressi nei paesi.
I no vax ancora presenti
La logistica di distribuzione non è l’unico ostacolo. Lo scetticismo sui vaccini è in aumento in Europa, poiché sempre più persone dicono che preferirebbero aspettare prima di ottenere il vaccino – o non lo vogliono fare affatto.
Poiché il lancio del vaccino contro il Coronavirus è iniziato nei primi paesi nel dicembre 2020, a livello globale, la percentuale di cittadini intervistati che vorrebbero ottenere un vaccino se fosse disponibile ha continuato a diminuire. In Francia, solo il 40 per cento degli intervistati nei sondaggio di dicembre affermava che si sarebbe sottoposto al vaccino, rispetto al 54 per cento di due mesi prima.
I vaccini in circolazione
Il vaccino BioNTech-Pfizer è stato il primo ad essere approvato per l’uso nel Regno Unito, seguito da quelli AstraZeneca e Moderna.
Ma ci sono centinaia di vaccini in cantiere. A gennaio, la Commissione ha firmato sei contratti, per 2 miliardi di dosi di futuri vaccini, con uno previsto in più e un altro da prorogare.
Di seguito le tipologie di vaccini:
I dati, Paese per paese
Di seguito il numero di dosi somministrate, Paese per paese:
Perché la Danimarca è prima per somministrazione
Capofila per le vaccinazioni anti-Covid al momento è la Danimarca. Con una quota di 1,43 vaccinati ogni cento abitanti, il paese scandinavo è al primo posto nella lista dei paesi europei più efficienti.
L’Italia, va ricordato, è al secondo posto. Supera persino la Germania, che al 7 gennaio si ferma a 0,5 vaccini ogni 100 persone. In Europa se la cavano molto bene anche Regno Unito e Islanda, con 1,91 e 1,43 dosi ogni 100 abitanti, ma considerando solo gli Stati membri dell’Unione, è la Danimarca a spiccare. Ma cosa rende la strategia danese così efficiente?
“Un sistema di vaccinazione centralizzato assicura che i gruppi target siano i primi a ricevere il vaccino, aspetto particolarmente importante durante la prima fase di distribuzione, durante la quale sarà disponibile soltanto un numero limitato di dosi”, si legge sul sito della sanità pubblica nazionale, la Sundhedsstyrelsen. Una serie di punti vaccinali regionali sono stati allestiti nel Paese, oltre a una serie di postazioni mobili che consentiranno a coloro che non possono spostarsi di ricevere comunque il vaccino.
Per portare avanti la propria strategia vaccinale, il governo ha stabilito di suddividere la popolazione in dodici fasce di priorità. I primi destinatari sono i più anziani e fragili, a partire dai ricoverati nelle case di cura. Su questi, si prevede di aver già finito il primo giro di somministrazioni entro questo weekend.
La seconda fascia è quella delle persone over 65 che ricevono cure a casa. Seguono gli over 85, il personale sanitario, le persone a rischio per patologie pregresse e i loro parenti, gli 80-84enni, i 75-79enni, i 65-74enni, gli under 65 con patologie pregresse, i lavoratori essenziali (oltre al personale sanitario), e infine il resto della popolazione.
I bambini restano in basso nella scala dei soggetti prioritari per le vaccinazioni – le scuole, fatta eccezione per asili nidi e materne, sono attualmente tutte chiuse. Da dicembre 2020 la Danimarca ha adottato nuovamente un lockdown nazionale: fra le nuove restrizioni ci sono un limite di 2 metri fra le persone in tutti i luoghi pubblici, compresi i negozi, e un divieto di assembramenti oltre le 5 persone (prima erano 10).
Uno degli elementi alla base del successo della strategia danese sui vaccini è anche l’elevato grado di centralizzazione e digitalizzazione del sistema di chiamata: quando è il proprio turno di essere vaccinati, a ciascun cittadino arriva un avviso tramite posta elettronica. Nel frattempo, il Paese ha introdotto anche un’altra novità: un passaporto vaccinale per le persone che hanno già ricevuto la loro dose, in modo da consentire loro di viaggiare in Paesi dove viene richiesto questo tipo di certificazione.
È vero che la Danimarca è un Paese più piccolo e quindi la campagna vaccinale è logisticamente più semplice, ma secondo i sondaggi il 78 per cento della popolazione vuole ricevere il vaccino: segno evidente che la comunicazione dell’importanza dell’immunità di gregge per debellare la pandemia abbia funzionato.
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