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Usa, Trump si impegna ad “acquistare e possedere Gaza”. Il premier israeliano Netanyahu: “Pronti a portare a termine il lavoro”

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Il piano del magnate repubblicano non prevede alcun diritto al ritorno per i palestinesi deportati altrove, “perché avranno alloggi molto migliori" in “un posto permanente per loro”

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è impegnato ad “acquistare e possedere Gaza”, da cui la popolazione palestinese dovrebbe essere deportata in un luogo dove dovrebbero stabilirsi “permanentemente”, mentre il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, ha assicurato che lo Stato ebraico è pronto a “portare a termine il lavoro”.

“Mi impegno ad acquistare e possedere Gaza”, ha detto Donald Trump a bordo dell’Air Force One, diretto a New Orleans per assistere alla finale del Super Bowl di NFL, vinta dai Philadelphia Eagles 40 a 22 contro i Kansas City Chiefs. Per la prima volta il presidente degli Stati Uniti ha preso un impegno esplicito sul suo piano “Riviera” per il dopoguerra nella Striscia di Gaza, secondo cui il territorio costiero dovrebbe essere “consegnato agli Usa da Israele” dopo il conflitto mentre i palestinesi dovrebbero essere “reinsediati” altrove. 

“Non c’è niente in cui tornare a vivere”, ha ribadito Trump dall’Air Force One riferendosi a Gaza. “Il posto è un cantiere di demolizione. Il resto verrà demolito. Tutto è stato demolito”. D’altronde il piano del magnate repubblicano, come da lui stesso ammesso a Fox News rispondendo a una domanda diretta del giornalista Bret Baier, non prevede alcun diritto al ritorno a Gaza per i palestinesi deportati altrove. “No, non lo farebbero, perché avranno alloggi molto migliori”, ha detto il presidente Usa. “In altre parole, sto parlando di costruire un posto permanente per loro”. Una dichiarazione che smentisce le precisazioni offerte soltanto la scorsa settimana dalla portavoce della Casa bianca, Karoline Leavitt, che aveva parlato di un trasferimento “temporaneo” della popolazione palestinese al di fuori del territorio costiero.

Un piano accolto con favore dal primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu. “Penso che la proposta del presidente Trump sia la prima idea nuova da anni e che abbia il potenziale per cambiare tutto a Gaza”, ha affermato in un’intervista a Fox News il premier Netanyahu, secondo cui il piano del magnate repubblicano adotta un “approccio corretto” per il futuro del territorio costiero palestinese.

“Tutto quello che Trump sta dicendo è: ‘Voglio aprire la porta e dare loro la possibilità di trasferirsi temporaneamente mentre ricostruiamo fisicamente il posto'”, ha spiegato il capo del governo dello Stato ebraico, secondo cui il presidente Usa “non ha mai detto di volere che le truppe americane facessero il lavoro”. “Indovinate un po’? Faremo noi il lavoro”, ha precisato Netanyahu. “Hamas ci ha attaccato, ce ne occuperemo noi”.

“Gaza non è una proprietà da vendere e comprare”, ha risposto il gruppo terroristico palestinese in una nota diramata su Telegram e firmata dall’esponente del suo Politburo, Ezzat El Rashq. “È parte integrante della nostra terra palestinese occupata”. “Abbatteremo questi piani come abbiamo abbattuto i progetti che li hanno preceduti”, ha affermato oggi il leader di Hamas, Khalil al-Hayya, durante la commemorazione del 46esimo anniversario della rivoluzione iraniana a Teheran.

L’iniziativa però, secondo Trump, dovrebbe coinvolgere non solo gli Usa e Israele ma anche i Paesi della regione. “Per quanto riguarda la ricostruzione”, ha aggiunto l’inquilino della Casa bianca, “potremmo darla ad altri Stati del Medio Oriente per costruirne delle sezioni”. “Altri potrebbero farlo, sotto i nostri auspici”, ha proseguito Trump. “Ma ci impegniamo a possederla, prenderla e assicurarci che Hamas non ritorni indietro”.

Intanto, sempre a Fox News, il presidente israeliano Isaac Herzog ha annunciato che Trump dovrebbe incontrare il leader egiziano Abdel Fattah el-Sisi, il re di Giordania Abdullah II e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, senza specificare quando o dove si sarebbero svolti questi vertici. “Questi sono partner che devono essere ascoltati, con cui si deve discutere”, ha sottolineato Herzog. “Dobbiamo anche onorare i loro sentimenti e vedere come costruire un piano che sia sostenibile per il futuro”.

Tutti i e tre i Paesi arabi, così come molti altri a livello mondiale e in primis l’Unione europea (Italia compresa), hanno già categoricamente respinto il piano di Trump per Gaza, su cui però il presidente statunitense ha fatto sapere nei giorni scorsi alla stampa di “non avere fretta”.

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