Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 07:05
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Home » Esteri

Donald Trump impone dazi sulle importazioni negli Usa: dall’Ue alla Cina, ecco tutte le tariffe Paese per Paese

Immagine di copertina
Credit: White House / X

La Casa bianca ha ribattezzato il 2 aprile 2025 il “Liberation Day” e l’aumento delle aliquote doganali una “dichiarazione di indipendenza economica" che impone, tra l’altro, tariffe del 20% su tutti i prodotti provenienti dall’Unione europea

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha imposto dazi su tutte le importazioni negli Usa, colpite da una tariffa minima del 10 per cento, aumentando le aliquote doganali fino al 20 per cento contro l’Unione europea (Ue) e al 34 per cento contro la Cina. 

Durante la cerimonia tenuta nel giardino delle rose della Casa Bianca, come precedentemente annunciato, Trump ha proclamato il 2 aprile 2025 il “Liberation Day” e definito l’annuncio “la nostra dichiarazione di indipendenza economica”. Secondo il presidente degli Stati Uniti, i nuovi dazi sulle merci importate sono stati calcolati in base alle tariffe doganali e ad “altre forme di imbroglio” imposti dai Paesi di provenienza ai beni e servizi esportati dagli Usa.

“Emergenza nazionale”
“Il presidente Trump si rifiuta di permettere che gli Stati Uniti vengano sfruttati e ritiene che i dazi siano necessari per garantire un commercio equo, proteggere i lavoratori americani e ridurre il deficit commerciale”, si legge nel comunicato della Casa bianca, secondo cui le nuove misure rientrano nelle prerogative di Trump ai sensi dell’International Emergency Economic Powers Act del 1977.

Per imporre le nuove tariffe infatti, l’inquilino della Casa bianca ha proclamato una “emergenza nazionale” a causa dello “ampio e persistente deficit commerciale, dovuto all’assenza di reciprocità nelle nostre relazioni commerciali e ad altre politiche dannose, come la manipolazione valutaria e le esorbitanti imposte sul valore aggiunto (IVA) perpetrate da altri Paesi”.

“Io, Donald J. Trump, presidente degli Stati Uniti d’America, ritengo che le condizioni attuali, tra cui la mancanza di reciprocità nelle nostre relazioni commerciali bilaterali, le diverse aliquote tariffarie e barriere non tariffarie e le politiche economiche dei partner commerciali statunitensi che reprimono i salari e i consumi interni, come indicato dagli ampi e persistenti deficit commerciali annuali degli Usa, costituiscano una minaccia insolita e straordinaria per la sicurezza nazionale e l’economia degli Stati Uniti”, si legge nell’ordine esecutivo firmato ieri dal magnate repubblicano, che prevede un’introduzione graduale delle nuove misure a partire dal 2 fino al 9 aprile.

Provvedimenti che, secondo Trump, riequilibreranno un’economia globale dopo anni in cui gli altri Paesi del mondo hanno letteralmente “fregato” gli Stati Uniti, costringendo le aziende a spostare la produzione negli Usa, il cui governo federale prevede centinaia (fino a 600) miliardi di dollari di nuove entrate derivanti dal pagamento delle aliquote doganali.

Tutti i dazi Usa Paese per Paese
Le tariffe però non sono uguali per tutti. L’aliquota di base del 10 per cento sulle importazioni è stata infatti innalzata al 34 per cento per la Cina, al 32 per cento per Taiwan, al 31 per cento per la Svizzera, al 30 per cento per il Sudafrica, al 26 per cento per l’India, al 25 per cento per la Corea del Sud, al 24 per cento per il Giappone, al 20 per cento per l’Unione europea e al 17 per cento per Israele.

Ma per alcuni Paesi arriva addirittura al 50 per cento, come nel caso del regno africano meridionale del Lesotho e della collettività francese d’oltremare di Saint Pierre & Miquelon, al largo delle coste canadesi orientali. È andata meglio invece a Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Brasile, Turchia, Arabia Saudita, Argentina e Ucraina che incapperanno soltanto nell’aliquota minima del 10 per cento.

Al momento questi dazi non si applicano a Messico e Canada, soggetti comunque alle tariffe del 25 per cento imposte all’inizio dell’anno. La Casa bianca ha comunque pubblicato le tabelle mostrate ieri in conferenza stampa da Donald Trump con le tariffe previste Paese per Paese.

TPI esce in edicola ogni venerdì

Puoi abbonarti o acquistare un singolo numero a €2,49 dalla nostra app gratuita:

Le reazioni
“L’introduzione da parte degli Usa di dazi verso l’Unione europea è una misura che considero sbagliata e che non conviene a nessuna delle parti”, ha commentato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Faremo tutto quello che possiamo per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, con l’obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’Occidente a favore di altri attori globali. In ogni caso, come sempre, agiremo nell’interesse dell’Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei”. “I dazi universali annunciati dagli Stati Uniti rappresentano un duro colpo per le aziende e i consumatori di tutto il mondo. L’Europa è pronta a rispondere”, ha dichiarato invece la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. “Proteggeremo sempre i nostri interessi e i nostri valori. Anche noi siamo pronti a impegnarci. E a passare dal confronto al negoziato”.

“Non c’è un vincitore in una guerra commerciale e non c’è via d’uscita per il protezionismo”, ha affermato in una nota il ministero del Commercio cinese, che ha chiesto a Washington di “annullare immediatamente” questi provvedimenti che “mettono in pericolo lo sviluppo economico globale”, e promesso, in caso contrario, di adottare contromisure. Il presidente ad interim della Corea del Sud, Han Duck-soo, ha promesso una risposta “totale”. “Dato che la situazione è molto grave con l’avvicinarsi della realtà di una guerra tariffaria globale, il governo deve impiegare tutte le capacità a sua disposizione per superare questa crisi commerciale”, ha affermato in una nota Han.

Anche il primo ministro del Giappone, Shigeru Ishiba, ha reagito all’annuncio di Trump: “Siamo il Paese che sta investendo di più negli Stati Uniti, quindi ci chiediamo se abbia senso applicare tariffe uniformi a tutti”, ha commentato il premier di Tokyo. “Ho comunicato che le misure tariffarie unilaterali adottate dagli Stati Uniti sono estremamente deplorevoli e ho nuovamente esortato con forza Washington a non applicarle al Giappone”, ha aggiunto in conferenza stampa il suo ministro del Commercio e dell’Industria Yoji Muto, che ha definito “estremamente deplorevoli” i provvedimenti Usa.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Medio Oriente, la diretta live della guerra tra Israele e Hamas a Gaza, le ultime notizie. | DIRETTA
Esteri / Fondi pubblici, suinetti morti e inquinamento: l’inchiesta di Food For Profit sbarca in Portogallo
Esteri / La Cina rialza al 125% i dazi sul Made in Usa. Xi: "L'Ue si unisca a noi contro le intimidazioni di Trump"
Ti potrebbe interessare
Esteri / Medio Oriente, la diretta live della guerra tra Israele e Hamas a Gaza, le ultime notizie. | DIRETTA
Esteri / Fondi pubblici, suinetti morti e inquinamento: l’inchiesta di Food For Profit sbarca in Portogallo
Esteri / La Cina rialza al 125% i dazi sul Made in Usa. Xi: "L'Ue si unisca a noi contro le intimidazioni di Trump"
Esteri / La semantica del potere e le nuove parole della Casa bianca di Donald Trump
Esteri / La guerra di Donald Trump contro la Columbia University
Esteri / In piazza per İmamoğlu: così la Gen Z scuote la Turchia
Esteri / Il degrado culturale dell’America
Esteri / L’era di un nuovo mondo: così Trump sconvolge il World Liberal Order e spacca l’Occidente in due
Esteri / Negli Usa di Trump la libertà di espressione cade a pezzi
Esteri / Perché Trump strizza l’occhio agli autocrati