San Francisco, polizia uccide 22enne mentre è inginocchiato
San Francisco, polizia uccide 22enne mentre è inginocchiato
Usa, un ragazzo di 22 anni di San Francisco, Sean Monterrosa, è stato ucciso con cinque colpi d’arma da fuoco da un ufficiale di polizia a Vallejo, una città nella Bay Area, in California. Il poliziotto ha aperto il fuoco mentre Sean era inginocchiato. La motivazione? Sempre la stessa: sembrava che il ragazzo avesse una pistola nella tasca posteriore dei pantaloni. Ma Sean non aveva nessun’arma con se, e successive indagini hanno rivelato che la “pistola” era in realtà un martello.
La polizia ha aspettato il giorno dopo per dare la notizia
La morte di Sean Monterrosa, di origini latinoamericane, è avvenuta martedì 2 giugno, intorno alle 12.30, mentre la città di Vallejo era travolta dal caos delle proteste. Quella sera a Vallejo i funzionari della città hanno detto che circa 100 persone e quasi 40 veicoli hanno circondato il dipartimento di polizia, e sono state scagliate pietre e bottiglie contro gli agenti. La polizia però non ha reso pubblica la morte del giovane fino al giorno dopo, probabilmente proprio perché spaventata dalla possibile reazione. In una conferenza stampa tenutasi mercoledì pomeriggio fuori dal municipio della città, il capo della polizia di Vallejo, Shawny Williams, ha raccontato che l’ufficiale che ha ucciso Sean, pensando di vedere il calcio di una pistola, ha aperto il fuoco “a causa della minaccia percepita“. La dinamica della sparatoria è ad oggi ancora oggetto di indagine da parte della polizia di Vallejo e dell’ufficio del procuratore distrettuale della Contea di Solano. L’agente che ha sparato e ucciso Sean Monterrosa invece, un veterano di 18 anni, è stato messo in congedo amministrativo.
La dinamica dei fatti
Stando a quanto dichiarato dalla polizia sembrerebbe che Sean martedì mattina facesse parte di un gruppo di “saccheggiatori”, segnalati presso un centro commerciale della zona. I poliziotti che sono intervenuti hanno riferito di aver visto 10/12 individui nel parcheggio, e uno di loro era un giovane vestito di nero, che sembrava essere armato. Mentre la polizia entrava nel parcheggio del centro commerciale, almeno un agente ha riferito di aver visto i saccheggiatori all’interno di altri due veicoli, una berlina nera e un camioncino argentato. Ad un certo punto, il ragazzo vestito di nero (Sean) ha iniziato a correre vero la volante della polizia ma improvvisamente si è fermato e inginocchiato, rivelando quella che, secondo gli agenti, poteva essere una pistola. A quel punto l’ufficiale ha aperto il fuoco e sparato su Sean mentre gli altri due veicoli sono fuggiti, dando il via ad un lungo inseguimento, conclusosi con l’arresto di uno dei guidatori.
Durante la conferenza stampa Williams si è rifiutato di rispondere alle domande dei giornalisti e dei presenti che chiedevano se, secondo lui, l’uso della forza da parte dell’agente non fosse stato eccessivo. Ha però affermato che non vi è alcun regolamento che impedisce alla polizia di sparare attraverso i parabrezza.
Violenza sistematica
L’uccisione di Sean è stata presa come una chiara provocazione da parte della comunità locale che anche qui da giorni ormai protesta contro una violenza sistemica da parte delle forze dell’ordine nei confronti della comunità nera e ispanica. “Da anni – hanno raccontato gli attivisti alla stampa – ci relazioniamo con un dipartimento di polizia che ha preso di mira in modo sproporzionato le persone di colore, e che raramente è ritenuto responsabile delle sue azioni”. “Anche mio fratello è stato ucciso da un poliziotto – ha detto Alicia Saddler, sorella di Angel Ramos, 21 anni, ucciso nel gennaio del 2017. – E non ha avuto giustizia. Quest’uomo era in ginocchio, disarmato. Un martello non è un’arma“.
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