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Home » Esteri

Usa: la prima sconfitta
elettorale di Donald Trump
(ed Elon Musk)
arriva dal Wisconsin

Immagine di copertina
Elettore in un seggio in Wisconsin (Immagine di repertorio). Credit: ZUMAPRESS.com / AGF

Ma grazie al voto in Florida
i repubblicani manterranno
la maggioranza alla Camera dei rappresentanti almeno fino al 2026. Ecco com’è andato il primo grande test elettorale del secondo mandato del presidente statunitense

Buona la prima, almeno a livello strettamente partitico. Il primo test elettorale del secondo mandato del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, arride ai repubblicani, che grazie alle suppletive in Florida manterranno una risicata maggioranza alla Camera dei rappresentanti almeno per un altro anno, ma non al principale alleato dell’inquilino della Casa bianca, Elon Musk, che si era speso in prima persona (e di tasca propria) per le elezioni giudiziarie in Wisconsin (negli Usa si vota e si fa campagna elettorale anche per i giudici).

Cosa c’era in ballo
Il 1° aprile
gli elettori del primo
e del sesto distretto
della Florida
sono stati chiamati alle urne
per sostituire i seggi
lasciati vacanti
dagli ex deputati repubblicani Matt Gaetz, dimessosi per una
serie di scandali sessuali, tra cui un’inchiesta per traffico sessuale di minorenni, dopo
essere stato indicato da Trump
per il ruolo di Procuratore generale;
e Mike Waltz, nominato consigliere
per la sicurezza nazionale
della Casa bianca e finito al centro del cosiddetto “Signalgate”. In Wisconsin invece si è votato
per eleggere uno dei sette giudici della Corte suprema statale. Ma perché queste elezioni
erano tanto importanti?

I repubblicani contano
su 218 parlamentari alla Camera dei rappresentanti
contro i 213 dei democratici
e non possono permettersi
di perdere alcun seggio,
tanto che il presidente Trump
ha dovuto rinunciare alla nomina
della deputata Elise Stefanik
come prossima ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite. La Corte suprema del Wisconsin invece,
che prossimamente dovrà pronunciarsi
su importanti questioni come
l’aborto e i diritti sindacali,
conta una maggioranza di quattro giudici progressisti
contro tre conservatori. Ma qui, come ormai ci ha abituati l’amministrazione Trump, sembra che la politica si intrecci con gli affari e con la giustizia.

Elon Musk, il principale alleato del presidente, ha infatti cominciato a investire nella campagna elettorale per la Corte suprema del Wisconsin poco dopo che a gennaio Tesla ha intentato una causa contro una legge locale che impedisce alle case automobilistiche di aprire concessionarie nello stato, se non gestite da terze parti. “È molto importante votare repubblicano per la Corte Suprema del Wisconsin per prevenire le frodi elettorali!”, ha twittato l’uomo più ricco del mondo otto giorni dopo il deposito dell’azione legale da parte della sua azienda, attirandosi numerose critiche dai democratici.

Com’è andata alle urne
I repubblicani
Jimmy Patronis e Randy Fine
hanno conquistato i seggi
vacanti di Gaetz e Waltz in Florida,
superando di 14 punti percentuali
i rispettivi sfidanti democratici Gay Valimont e Josh Weil
e permettendo al partito
del presidente Usa
di mantenere la maggioranza
(risicata) alla Camera. 

In particolare, nel distretto della Florida panhandle, il trumpiano ed ex tesoriere dello stato Patronis, in carica dal 2017, ha ottenuto il 56,91 per cento dei voti contro il 42,28 per cento raccolto dalla storica attivista per il controllo delle armi Valimont, che era già stata sconfitta nel novembre scorso da Gaetz, contro cui aveva preso solo il 34 per cento. Nel sesto distretto invece, l’ex dirigente di Casinò ed ex senatore dello stato Fine ha raccolto il 56,66 per cento delle preferenze contro il 42,71 per cento dell’attivista filo-palestinese Josh Weil, che nel 2021 chiese di porre fine agli aiuti militari statunitensi a Israele.

La giudice progressista
Susan Crawford, appoggiata dai democratici, ha invece
sconfitto con oltre il 50 per cento dei voti il suo avversario conservatore e anti-abortista
Brad Schimel,
sostenuto direttamente
da Donald Trump
ed Elon Musk
nell’elezione giudiziaria
più dispendiosa della storia americana. Malgrado l’appoggio
al suo avversario
da parte dell’uomo
più ricco del mondo, la campagna per l’elezione
di Crawford ha infatti raccolto più fondi di Schimel.

La giudice distrettuale della contea di Dane,
secondo i calcoli pubblicati dal portale AdImpact, ha beneficiato di 43,1 milioni
di dollari di donazioni
rispetto ai 34,1 milioni
del suo sfidante conservatore,
a cui Elon Musk
ha personalmente erogato almeno
7,7 milioni
in contributi pubblicitari, che non sono serviti a far eleggere il suo candidato preferito. Al patron di Tesla, X e SpaceX
non è bastato nemmeno
recarsi in Wisconsin
per distribuire due assegni
da un milione di dollari
ciascuno agli elettori pro-Trump
vincitori di un apposito
concorso a premi. Crawford invece era appoggiata da personaggi del calibro di George Soros e del governatore dell’Illinois, JB Pritzker, che alla sua campagna hanno donato rispettivamente 2 e 1,5 milioni di dollari.

Cosa succede ora
Alla Camera dei rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti risultano vacanti
altri due seggi,
lasciati dai defunti
deputati democratici
Raul M. Grijalva dell’Arizona
e Sylvester Turner del Texas,
i cui sostituti saranno eletti
entro la fine di settembre. Ma la maggioranza repubblicana
dovrebbe essere comunque assicurata,
almeno fino alle elezioni
di metà mandato previste
il 3 novembre 2026.

La Corte suprema del Wisconsin
dovrà invece pronunciarsi prima sulla conformità allo statuto
statale del divieto all’aborto
risalente al 1849,
tornato in vigore
nel giugno 2022
dopo l’abrogazione
della sentenza Roe v. Wade,
e poi sulla cosiddetta
“legge anti-sindacale”,
l’Act 10 del 2011,
che ha di fatto posto fine
alla contrattazione collettiva
per le associazioni
di lavoratori pubblici.

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I giudici però, tenendo conto dell’evoluzione demografica degli ultimi anni, potrebbero
anche chiedere al Parlamento locale
di ridisegnare gli otto distretti congressuali dello stato,
al momento pesantemente distorti a favore dei repubblicani,
che infatti ne controllano sei. Insomma la battaglia è appena cominciata.

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