Effetto stigma AstraZeneca: gli Usa non usano il vaccino ma lo inviano in giro per il mondo a chi è senza dosi
Gli Usa doneranno 60 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca ad altri Paesi
Gli Usa doneranno 60 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca ad altri Paesi: è quanto affermato da due alti funzionari della Casa Bianca alla Cnn.
L’amministrazione Biden, infatti, ha sempre dichiarato di non essere intenzionata a utilizzare il vaccino dell’azienda anglo-svedese, che al momento non è stato ancora autorizzato dalla Food and Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.
Gli Stati Uniti ritengono di avere dosi a sufficienza degli altri vaccini finora approvati (Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson) per coprire l’intera popolazione.
Nonostante Anthony Fauci, virologo di riferimento della task force della Casa Bianca, abbia dichiarato in passato che “non vi è nulla contro questo prodotto”, la sensazione è che, ancora una volta, vi sia una sorta di pregiudizio nei confronti di AstraZeneca, alimentato anche dal fatto che l’azienda ha presentato alla Fda dati giudicati “vecchi e incompleti”.
Sta di fatto che gli Usa hanno deciso di “sbarazzarsi” del vaccino AstraZeneca, donando, nei prossimi mesi, circa 60 milioni di dosi ad altri Paesi.
Secondo quanto riferito dai funzionari della Casa Bianca, 10 milioni di dosi, che sono già a disposizione degli Stati Uniti, verranno donate immediatamente non appena la Fda autorizzerà l’uso del vaccino.
Altre 50 milioni di dosi, invece, sono attualmente in produzione e verranno donate nei prossimi mesi. Non è ancora chiaro se gli Usa doneranno il vaccino AstraZeneca a Covax, il programma dell’Oms per l’accesso globale ai vaccini contro il Covid-19, o se le dosi verranno distribuite direttamente ai singoli Paesi.
Secondo fonti qualificate dell’amministrazione Biden, le dosi potrebbero essere donate ai Paesi dell’America Latina e all’India, al momento epicentro mondiale del Covid.
Leggi anche: Vaccini: l’Europa disarmata deve contare sullo zio d’America, come dopo il 1945