Joe Biden “è troppo impegnato” per incontrare la stampa. Media Usa: si comporta come Trump
Il presidente degli Stati Uniti è in carica da 139 giorni e finora ha presenziato a una sola conferenza stampa ufficiale in solitaria, attirandosi le critiche dei media, che in questo paragonano la sua amministrazione a quella di Donald Trump
A Joe Biden non sembrano piacere molto le domande dei giornalisti, non discostandosi di molto dal proprio predecessore Donald Trump, almeno è questa l’impressione emersa tra i media d’Oltreoceano. In oltre quattro mesi e mezzo alla Casa bianca, il presidente degli Stati Uniti ha infatti presenziato da solo a una sola conferenza stampa ufficiale e alla richiesta diretta di un cronista sui motivi di tale assenza il suo staff ha risposto in modo simile a quanto avveniva con la precedente amministrazione.
Proprio durante i quattro anni di presidenza Trump, i democratici denunciavano regolarmente l’approccio della Casa bianca nei confronti della stampa, non solo in termini di linguaggio ma anche di disponibilità a rispondere alle domande, mentre ora difendono l’operato di Biden, insistendo sul fatto che il presidente è molto impegnato nella campagna di vaccinazione e nei piani di ripresa dalla pandemia di Covid, un compito certamente gravoso.
Il caso, sollevato già ad aprile da Politico, è esploso nel fine settimana quando il giornalista Brian Stelter dell’emittente Cnn ha chiesto il perché della ritrosia di Biden a presentarsi da solo in sala stampa negli ormai 139 giorni in carica. La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha ricordato come il presidente “risponda alle domande più volte alla settimana”. Un’affermazione che ricorda le giustificazioni presentate negli scorsi anni dall’ufficio stampa della precedente amministrazione.
“Il presidente Trump è più accessibile della maggior parte dei presidenti moderni e risponde spesso alle domande della stampa”, rimarcò Sarah Sanders, allora addetta alla comunicazione della Casa Bianca, rispondendo a una domanda di un giornalista dell’Associated Press nell’aprile del 2018, a seguito delle critiche rivolte alla presidenza per aver tenuto fino ad allora una sola conferenza stampa ufficiale in solitaria dopo 15 mesi in carica.
Al di là delle giustificazioni, la non assidua frequentazione della sala stampa da parte dell’attuale presidente degli Stati Uniti risulta molto diversa da quanto accadeva ai tempi di Donald Trump, che privilegiava il contatto diretto con i cittadini anche sui social, mentre l’attuale inquilino della Casa bianca ha scelto proprio di non sovraesporsi.
Il portale Politico aveva spiegato la strategia adottata da Biden con la volontà di “non farsi del male da soli”, anche a costo di limitare l’esposizione del presidente ai media e quindi di subire critiche da parte della stampa. “È il presidente, ha molto da fare”, aveva commentato il vicedirettore delle comunicazioni della Casa bianca, Kate Berner. “La nostra strategia di comunicazione è fondata sull’innovazione nello spazio digitale, allargandoci al campo della stampa regionale e organizzata e utilizzando efficacemente i media nazionali tradizionali. Abbiamo persone disponibili e presenti ogni giorno su diversi mezzi di comunicazione per amplificare il messaggio presidenziale”.
Insomma, la ritrosia del presidente degli Stati Uniti a presentarsi da solo in sala stampa risponde a una precisa scelta comunicativa. Biden concede poche interviste, gli interventi sui social sono limitati e comunque sempre di tono istituzionale, le dichiarazioni pubbliche sono in gran parte scritte e preparate dallo staff, privilegiando invece i commenti a favor di telecamera e senza contraddittorio mentre la Casa bianca si appoggia per lo più su esponenti e funzionari governativi.
Eppure, notano i detrattori di questa scelta, Biden aveva fondato la propria campagna elettorale sulla promessa di offrire una maggiore trasparenza e democrazia rispetto all’amministrazione Trump, il cui stile comunicativo era una vera e propria manna dal cielo per la stampa, soprattutto grazie all’uso dei social, considerati dapprima un punto di forza e poi il tallone d’Achille dell’ex presidente. Vedremo se la scelta comunicativa della nuova presidenza pagherà e soprattutto se resisterà ai riflettori dei media mondiali.