Le conseguenze di una missione navale in Libia secondo l’Unione europea
L'Unione europea teme che un'operazione navale sulle coste libiche comporterebbe un aumento del numero di migranti
A seguito della strage che ha provocato la morte di oltre 700 migranti nel Canale di Sicilia, Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha detto che è un “dovere morale” dell’Unione affrontare la crisi dei migranti e ha parlato dell’obiettivo di costruire “un senso comune di responsabilità europea” per quel che succede nel Mediterraneo.
L’immigrazione è inoltre al centro del vertice straordinario dei Ministri degli Esteri e dell’Interno europei, convocato dalla presidenza del consiglio europeo, che si sta tenendo a Lussemburgo. Ma non si sa ancora quali misure concrete adotterà l’Unione europea per fermare le stragi di migranti nel Mediterraneo.
Secondo quanto rivelato da Reuters, un documento confidenziale dell’Unione europea, redatto dal gruppo di funzionari alle dipendenze della responsabile della politica estera Mogherini prima della strage di migranti, mostra che l’Unione sta valutando la possibilità di inviare navi da guerra sulle coste libiche per contrastare i trafficanti di esseri umani, armi e petrolio.
Lo stesso documento fa riferimento al timore che una scelta simile spinga ancora più immigrati a imbarcarsi nella speranza di venire soccorsi e riuscire a raggiungere l’Europa.
Si legge infatti che va valutata con attenzione “la risposta dell’operazione all’inevitabile presenza di migranti in mare e il rischio di un fattore di attrazione”.
Una portavoce della Commissione europea non ha voluto fare commenti al riguardo. Secondo alcuni diplomatici, è improbabile che una missione di questo tipo raccolga il consenso dei leader europei nel prossimo futuro.
La missione navale è solo una delle opzioni indicate nel documento. Vi sono infatti contenute altre possibili modalità con cui l’Unione potrebbe dare sostegno ad un eventuale governo di unità nazionale libico, se i negoziati dell’Onu dovessero avere successo, come un possibile intervento delle truppe dell’Unione per garantire la sicurezza delle installazioni petrolifere in Libia, al fine di consentire la ripresa dell’attività da parte delle aziende internazionali.