Per l’Unesco la birra belga è patrimonio dell’umanità
La tradizione della birra è un tratto distintivo della cultura del Belgio, che vanta una produzione di circa 1.500 qualità famose in tutto il mondo
Cosa accomuna la gastronomia francese, il tango argentino, la rumba cubana, il caffè arabo e la cornamusa slovacca?
Sono tutte tradizioni protette dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco).
L’ultima a essere stata inserita di diritto nel patrimonio tradizionale dell’umanità, il 30 novembre 2016, è la produzione belga dell’antica bevanda ambrata.
L’Unesco ha accettato la domanda inoltrata da Bruxelles. Questo riconoscimento impone ai paesi che detengono questi patrimoni l’obbligo di salvaguardarli e, se lo stato non è in grado di farlo, consente loro di fare domanda per aiuti finanziari.
In Belgio la birra è una cosa seria. Ci sono quasi 200 birrifici che producono circa 1.500 birre diverse, adatte a ogni palato: dalle classiche bionde, alle birre scure fino alla magnifica tradizione trappista, prodotta nei monasteri.
La bevanda, a cui sono dedicati 30 musei, fa parte anche della cucina belga. Ma non solo. Forse non tutti sanno che circa 400 appassionati bevitori di birra hanno realizzato, grazie al crowdfunding, un birradotto. Nella cittadina di Bruges, un sistema di tubature porta direttamente la produzione del birrificio Bruges Zot fino all’impianto di imbottigliamento.
Una curiosità: Sven Gatz, un tempo presidente dell’associazioni dei birrai belgi, è oggi il ministro della Cultura nella regione settentrionale delle Fiandre. Nel paese la birra non è solo un alcolico, ma un tratto distintivo culturale.
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