Un software per predire i crimini
L’azienda giapponese Hitachi avrebbe creato un sistema informatico d’avanguardia in grado anticipare le mosse dei criminali
Un software che predice i crimini ed evita che questi avvengano nella realtà. Sembra la traccia di un film di fantascienza, ma potrebbe diventare realtà grazie a un’intuizione giapponese.
Il 29 settembre 2015, infatti, la società nipponica Hitachi, il cui motto non a caso è “Inspire the next” – ispirare il futuro -, ha annunciato un nuovo software che funziona incrociando in modo intelligente un’enorme massa di dati, in modo da diventare “oracolo” della società e anticipare le mosse criminali.
Il prodotto si chiama Visualization Predictive Crime Analytics e sarà presto impiegato in molti stati e città degli Stati Uniti, compresa Washington DC.
Se il progetto dell’Hitachi, attiva in un’ampia gamma di settori dall’elettronica, alle costruzioni ferroviarie fino a quelle di reattori nucleari, funzionasse realmente, saremmo di fronte a una svolta epocale.
Attraverso complessi algoritmi, le forze dell’ordine saranno in grado di anticipare i criminali, prevedendo le loro mosse, prima ancora che queste vengano compiute.
Il programma monitorerà le mappe di transito dei mezzi pubblici, le conversazioni vocali e quelle nei social media, le previsioni del tempo e altre centinaia, se non migliaia, di variabili.
I modelli creati dagli algoritmi potranno essere personalizzati in base alle esperienze personali e collettive degli agenti, aggiungendo all’impersonalità dei dati matematici, l’intuizione dei professionisti in carne e ossa.
Questo software è programmato per individuare la scena del potenziale crimine con un’accuratezza tale da confinarlo in un’area di circa 200 metri quadrati.
Evidenti dubbi sorgono innanzitutto sulla precisione di calcolo del software, e secondariamente, ma non per importanza,sul rispetto del diritto alla privacy.
Hitachi assicura che, disponendo di informazioni a sufficienza, gli agenti potranno intervenire senza ulteriori accertamenti. Inoltre, se il sistema dovesse individuare erroneamente un obiettivo innocente, i dati creati sarebbero resi pubblici e valutati. Il dibattito sul rispetto del diritto alla privacy resta aperto.