Un ragazzo apre il fuoco in un college dell’Oregon uccidendo nove persone e ferendone sette
Il killer, prima di sparare, chiedeva agli studenti che religione professassero e colpiva solamente chi si dichiarava cristiano
Il primo ottobre Chris Harper Mercer, un ventiseienne statunitense, ha aperto il fuoco all’Umpqua Community College di Roseburg, in Oregon, uccidendo nove persone e ferendone sette.
Il giovane, armato di quattro pistole, avrebbe ucciso prima l’insegnante, ordinando ai ragazzi di stendersi a terra e poi avrebbe fatto alzare gli studenti uno per uno chiedendo loro che religione professassero. Ogni volta che uno dei ragazzi rispondeva “sono cattolico” – racconta un testimone intervistato dalle televisioni locali – Mercer apriva il fuoco.
Il killer, che avrebbe parlato delle sue intenzioni in una chat online la sera prima, è stato ucciso dagli agenti di polizia intervenuti per fermare la strage.
Sempre grazie alla tecnologia, la notizia sull’assalto si è diffusa immediatamente sui social network, consentendo a chi ancora non era arrivato alle aule di rimanere al sicuro. Uno dei professori, infatti, ha twittato in tempo reale dell’accaduto, chiedendo agli studenti di allontanarsi dall’edificio e una collegiale ha raccontato di urla e spari sul suo profilo Fecebook.
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha tenuto un discorso alla nazione sull’accaduto e ha condannato senza riserve la diffusione delle armi da fuoco in America, ricordando che anche Papa Francesco durante il suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite aveva posto l’attenzione proprio su questo argomento, chiedendo di interrompere il commercio delle armi.
Obama, durante il suo intervento sulla televisione nazionale si è augurato di non dover più comparire in pubblico per portar conforto alle famiglie delle vittime di un’altra strage simile, ma con una nota pessimistica ha aggiunto che non crede che questo sarà possibile.
Il presidente statunitense, ricordando che in America c’è quasi un’arma per ogni uomo, donna o bambino, ha poi lanciato una stoccata al Congresso, sottolineando come sia questa istituzione a bloccare la raccolta dei dati su come si potrebbero ridurre i morti derivanti dalle armi da fuoco.
Paradossalmente il college in cui è avvenuto l’attacco era vigilato da una sola guardia disarmata. Il campus aveva infatti votato l’anno precedente contro il possesso di armi da parte dei vigilantes, racconta l’ex rettore dell’istituto Joe Olson.