Un afroamericano condannato a morte
Un nero con disabilità psichiche è stato giustiziato negli Stati Uniti per aver ucciso un poliziotto bianco vent'anni fa
L’afroamericano Robert Wayne Holsey è stato giustiziato mediante iniezione letale.
Era stato condannato a morte nel dicembre 1995 per l’uccisione di un poliziotto bianco, il vice sceriffo Will Robinson.
La pena di Robert Holsey è stata eseguita la sera del 9 dicembre, nella prigione di Jackson, nello stato americano della Georgia. È stata la 34esima esecuzione avvenuta negli Stati Uniti quest’anno.
Il 17 dicembre 1995 Holsey rapinò un supermercato nella contea di Baldwin, in Georgia. Un impiegato riuscì a chiamare la polizia e descrivere sia il ladro che la sua macchina.
Qualche minuto più tardi, secondo le ricostruzioni delle autorità locali, il poliziotto Will Robinson ha fermato il veicolo su cui viaggiava Holsey per un controllo. Holsey sparò alla testa del vice sceriffo Robinson, ferendolo mortalmente.
Il processo per omicidio a Holsey ha fatto discutere negli Stati Uniti. Nel corso della sua vicenda giudiziaria, Holsey ha avuto due avvocati. Il primo, Andy Prince, era un alcolista, secondo quanto riportato successivamente dal nuovo legale del condannato, Brian Kammer.
Il primo avvocato di Holsey fu accusato – sempre da Kammer – di non aver utilizzato argomentazioni efficaci in aula per difendere il suo cliente. Andy Prince non avrebbe portato avanti la causa per la quale il suo imputato aveva un quoziente intellettivo intorno ai 70 punti, ovvero molto vicino alla soglia della disabilità mentale (il punteggio normale è tra 100 e 110).
La legge americana prevede che chi è affetto da deficit intellettivi non può essere giustiziato. Successivamente, il primo legale di Holsey fu anche condannato a dieci anni di carcere per frode ai danni di un altro cliente, al quale aveva rubato 100mila dollari. Ad Andy Prince, in seguito, venne anche vietato di svolgere la professione legale.
“Robert Wayne Holsey è un afroamericano con disabilità psichiche che è stato difeso al processo da un alcolista, il quale era prevalentemente occupato a evitare le sue grane legali piuttosto che impegnato a difendere il suo cliente dalla pena di morte”, aveva detto poco prima dell’esecuzione il suo nuovo legale Brian Kammer.