Il governo spagnolo ha dato un secondo ultimatum al presidente della Catalogna sull’indipendenza
Le autorità catalane avevano chiesto a Madrid due mesi di dialogo, ma il governo spagnolo ha concesso a Puigdemont fino a giovedì 19 ottobre per “correggere” la dichiarazione di indipendenza
La vicepremier spagnola Soraya Sáenz de Santamaría ha chiesto a Puigdemont di revocare l’indipendenza della Catalogna entro giovedì 19 ottobre. Il governo di Madrid aveva infatti concesso al presidente catalano fino alle 10 di oggi, lunedì 16 ottobre, per chiarire se nel suo discorso al parlamento di Barcellona avesse dichiarato l’indipendenza o meno.
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“Puigdemont ha in mano la soluzione del problema”, ha detto la vicepremier spagnola. “Nessuno ha negato il dialogo, ma questo deve essere in accordo con la legge”, ha aggiunto Soraya Sáenz de Santamaría.
La vicepremier spagnola ha poi aggiunto che se il presidente Puigdemont vuole instaurare un dialogo con Madrid, dovrà presentarsi al Congresso dei deputati, la camera bassa spagnola, e riferire sulla situazione a Barcellona.
“Il dialogo non si può esigere” ha detto la vicepremier spagnola, riferendosi alla lettera inviata dal presidente catalano al primo ministro spagnolo proprio il 16 ottobre.
Puigdemont aveva infatti tentato di aprire il dialogo direttamente con il primo ministro Rajoy, ma Rafael Catala, ministro della Giustizia spagnolo, aveva dichiarato che la risposta del presidente catalano non poteva essere considerata valida rispetto alla richiesta del governo di Madrid. “Da Puigdemont ci aspettiamo una risposta chiara, un sì o un no”, aveva detto Catala.
Il presidente catalano aveva chiesto un incontro a breve al primo ministro spagnolo Mariano Rajoy per discutere della situazione. Puigdemont aveva anche chiesto l’avvio di un dialogo diretto tra il governo centrale e quello di Barcellona nei prossimi due mesi.
Il contenuto della lettera è stato reso noto dai media locali. In questo documento, il presidente catalano aveva anche chiesto di sospendere i procedimenti legali contro il capo dei Mossos d’Esquadra, la polizia locale catalana, Josep Lluis Trapero.
Puigdemont non aveva però risposto alla richiesta fatta da Rajoy su un chiarimento riguardo la dichiarazione di indipendenza della Catalogna.
Il secondo ultimatum
Madrid ha così posto un secondo ultimatum, la cui scadenza è prevista per giovedì 19 ottobre, entro il quale Puigdemont dovrà “correggere” la proclamazione di indipendenza, in caso contrario scatterà l’applicazione dell’articolo 155 della costituzione spagnola. “L’articolo 155 non sospende l’autorità del governo catalano, ma semplicemente ristabilisce l’ordine legale”, ha detto Soraya Sáenz de Santamaría.
Secondo questa norma, il governo di Madrid potrà recuperare il controllo della regione, sostituendosi direttamente alle autorità locali di Barcellona. Questa mossa prevederà probabilmente il voto del Senato spagnolo, in cui il partito di Rajoy ha la maggioranza assoluta.
Negli ultimi giorni, il presidente catalano aveva studiato alcune mosse per evitare una rottura con il governo spagnolo, ma non è riuscito a instaurare quel dialogo che aveva auspicato nel suo discorso al parlamento di Barcellona.
Mentre la Cup, la coalizione catalana di sinistra a ispirazione secessionista, ha chiesto a Puigdemont di rispondere a Madrid con una chiara dichiarazione di indipendenza, il partito dello stesso presidente invece, il Pdecat, sta cercando di instaurare un negoziato con Madrid.
La situazione resta tesa a Barcellona, il presidente catalano rischia infatti di perdere la propria maggioranza di governo se non proclamerà la “repubblica”. La Cup infatti potrebbe lasciare il parlamento catalano se Puigdemont non risponderà in modo affermativo a Madrid sull’indipendenza catalana.
In questo caso però, ove il presidente della regione dovesse rifiutarsi di annullarla, Puigdemont rischia la sospensione dell’autorità del governo locale da parte di Madrid.