La Corte di giustizia Ue riconosce i matrimoni gay
I giudici hanno stabilito che i paesi dell'Unione europea devono concedere il diritto di soggiorno al coniuge omosessuale di un cittadino europeo, indipendentemente dalla sua nazionalità
La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha riconosciuto i matrimoni tra persone dello stesso sesso ai sensi delle regole sulla libera circolazione delle persone.
In una sentenza storica pronunciata oggi, martedì 5 giugno 2018, la Corte ha stabilito che i paesi dell’Ue devono concedere il diritto di soggiorno al coniuge omosessuale di un cittadino europeo, indipendentemente dalla sua nazionalità.
Tale diritto deve essere riconosciuto, secondo quanto sancito dai giudici comunitari, anche dagli stati che non riconoscono le unioni omosessuali.
“Sebbene gli stati membri siano liberi di consentire il matrimonio tra persone dello stesso sesso, non possono impedire la libertà di soggiorno di un cittadino dell’Unione rifiutando di concedere al suo coniuge dello stesso sesso, cittadino di un paese non Ue, un diritto di soggiorno derivato sul loro territorio
La Corte di giustizia si è espressa in merito a un ricorso presentato da un cittadino rumeno e da un cittadino americano.
I giudici di Lussemburgo hanno stabilito che la nozione di “coniuge”, ai sensi delle disposizioni del diritto dell’Unione sulla libertà di soggiorno dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari, comprende i coniugi dello stesso sesso.
Secondo la Corte Ue, anche se gli stati membri sono liberi di autorizzare o meno il matrimonio omosessuale, essi non possono ostacolare la libertà di soggiorno di un cittadino dell’Unione rifiutando di concedere al suo coniuge dello stesso sesso, cittadino di un paese non Ue, un diritto di soggiorno derivato sul loro territorio.
Ieri, lunedì 4 giugno, la Corte Suprema degli Stati Uniti si è pronunciata a favore del pasticcere del Colorado che si è rifiutato di preparare una torta nuziale per una coppia omosessuale per motivi religiosi.
La corte statale del Colorado nel 2012 aveva dichiarato che la decisione del fornaio Jack Phillips di negare a David Mullins e Charlie Craig il dolce era una discriminazione illegale.
Ma oggi la Corte Suprema ha decretato che tale decisione ha violato i diritti del pasticciere protestante anglicano Phillips.