Razzi, mitra e sistemi anticarro: ecco quali armi inviamo all’Ucraina
In Ucraina arrivano armi da tutto il mondo. L’inviato di TPI a Kiev racconta che fine fanno quelle inviate a Zelenksy dall’Occidente e con quali mezzi la resistenza sta affrontando i russi
Com’è possibile che in pochi giorni una forza armata come quella Ucraina, che è classificata al 22esimo posto nel ranking mondiale da Global Firepower, tenga testa alla potenza russa che nella stessa classifica si posiziona al secondo posto?
In questi giorni ho avuto l’opportunità di viaggiare su un furgone di aiuti umanitari, alla volta di Kiev. Questo tipo di viaggi viene fatto una volta al mese da una organizzazione di volontari locali, che ha avuto un’autorizzazione governativa per operare la raccolta e poi la distribuzione. Sì, perché senza questi permessi i mezzi privati sono sottoposti alla legge marziale, che impone di rimanere in un raggio di 100 chilometri dalla propria residenza e in alcuni casi permette di requisire i mezzi civili per necessità militari. Il viaggio di circa 500 chilometri è stato un’odissea, tra strade dissestate, colonne di mezzi in fuga e checkpoint. Partiti alle prime luci dell’alba, non appena finito il coprifuoco che impone lo stop di qualsiasi attività e lo spegnimento di tutta la pubblica illuminazione, arriviamo in tarda serata a Kiev. La città è spettrale, ben diversa dalla Kiev che ho visto i primi giorni di febbraio. È un dedalo di posti di blocco che controllano documenti e cosa si trasporta. Il coprifuoco è prossimo e ci dobbiamo rintanare in una casa che ci ospiterà per la notte, nell’immediata periferia della capitale.
L’indomani riesco a girare per la città e ho l’opportunità di parlare con un signore di 55 anni. Ha già un figlio in zona di operazioni e tra qualche settimana toccherà anche a lui essere richiamato perché è stato un ufficiale dell’Armata Rossa. Gli chiedo subito se sono arrivate le armi dell’Occidente, perché per le strade non se ne vedono. Mi dice che ha notizia dell’arrivo da Stati Uniti e Regno Unito delle armi controcarro tipo Javelin e Stinger e che questi sistemi vengono dati ai reparti che combattono in prima linea ma non ha contezza dell’arrivo di altri armamenti. Inoltre spiega che nelle zone limitrofe a Kiev, dove si sta combattendo, e proprio mentre parliamo sentiamo le esplosioni, sono state inviate unità militari che già prima della guerra avevano un buon addestramento ed erano ben armate, così da poter tenere testa alle unità russe…
Continua a leggere l’articolo sul settimanale The Post Internazionale-TPI: clicca qui