Ucraina, Mosca: “Ritiro da Kherson completato”. I soldati ucraini sono entrati in città
Ucraina, Mosca: “Ritiro da Kherson completato”. I soldati ucraini sono entrati in città
È ricomparsa la bandiera ucraina nel centro di Kherson dopo la ritirata precipitosa delle forze russe, completata a poche ore dall’annuncio di Mosca. A innalzarla alcuni partigiani che già erano presenti in città all’ingresso dei primi soldati ucraini nel centro dell’unico capoluogo ucraino catturato dalle forze russe dall’inizio dell’invasione lanciata il 24 febbraio scorso.
In tarda mattinata era arrivata la conferma di Mosca del ritiro completo delle forze russe dalla riva occidentale del fiume Dnipro e dalla stessa città di Kherson, considerata di importanza strategica per la difesa della Crimea. Le forniture idriche al territorio annesso alla Federazione Russa nel 2014 passano infatti a poche decine di chilometri del capoluogo della regione omonima, che garantiva alle forze russe anche un passaggio via terra alla penisola. La regione di Kherson è una delle quattro annesse unilaterlamente alla Federazione Russa lo scorso settembre.
“Durante il trasferimento sulla riva sinistra (orientale, ndr) del Dnipro, non è stato lasciato un solo pezzo di equipaggiamento militare né un’arma sulla riva destra, tutto il personale militare russo ha attraversato” il fiume, ha detto oggi il ministero della Difesa russo. “Non sono state consentite perdite di personale, armi, equipaggiamento e materiale del gruppo russo”, ha aggiunto il ministero che due giorni aveva annunciato ufficialmente il ritiro,che sarebbe stato completato alle 5 di stamattino. Nelle ultime ore, Kiev aveva espresso scetticismo sulle reali intenzioni di Mosca, nel timore che dietro l’annuncio potesse celarsi il tentativo di attirare le forze ucraine in una sorta di trappola. Una possibilità “poco probabile”, l’ha definita il think tank Institute for the Study of War (Isw).
Alla domanda se il ritiro sia stato “umiliante” per Vladimir Putin e se il Cremlino sia in qualche modo pentito della decisione di annettere Kherson e altre tre regioni ucraine solo due mesi fa, la presidenza russa oggi ha risposto semplicemente di “no”. Il portavoce Dmitri Peskov ha anche ribadito che la città fa ancora parte del territorio russo. “Non ci sono cambiamenti in questo e non ci possono essere cambiamenti”, ha sottolineato il portavoce del Cremlino, che ha anche risposto alle accuse di Joe Biden, secondo il quale la guerra in Ucraina “non finirà finché Putin non lascerà il paese”. “L’operazione militare speciale in Ucraina può finire con il raggiungimento dei suoi obiettivi, o il raggiungimento degli obiettivi attraverso negoziati di pace, il che è possibile”, ha detto Peskov.
Secondo quanto riportato da media ucraini e russi, dopo aver completato il ritiro le forze russe hanno distrutto parzialmente un ponte che attraversava il fiume Dnipro. Un giornalista russo della Komsomolskaya Pravda, Oleksandr Kots, ha pubblicato su Telegram un video della distruzione del ponte Antonovsky, al quale ora mancano due campate. Le forze russe hanno anche lanciato un raid sulla vicina città di Mykolaiv, colpendo un palazzo residenziale di cinque piani. L’attacco, in cui sono morte almeno sei persone, è stato definito “la risposta cinica dello Stato terrorista ai nostri successi sul fronte” da Volodimir Zelensky. “La Russia non rinuncia alle sue tattiche spregevoli. E noi non rinunceremo alla nostra lotta. Gli occupanti saranno ritenuti responsabili di ogni crimine contro l’Ucraina e gli ucraini”, ha scritto il presidente ucraino sul suo canale Telegram.