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Home » Esteri

Usa, stop agli aiuti all’Ucraina: non ci sono più soldi per Kiev

Immagine di copertina
Credit: AP Photo/Libkos

Il Congresso non ha ancora autorizzato lo stanziamento di fondi di emergenza richiesto dall’amministrazione Biden a fine ottobre

Gli Usa hanno “fermato” gli aiuti all’Ucraina vista la mancanza di accordo tra Repubblicani e Democratici al Congresso, che non ha ancora autorizzato lo stanziamento di fondi di emergenza richiesto ormai a fine ottobre dall’amministrazione del presidente Joe Biden.

L’annuncio è arrivato nella serata di ieri (ora italiana) durante una conferenza stampa a Washington che, secondo il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby, ha “emesso l’ultimo pacchetto di aiuti per cui avevamo i fondi”. “È fondamentale che il Congresso si muova su quella richiesta supplementare in materia di sicurezza nazionale e che otteniamo maggiori finanziamenti”, ha aggiunto Kirby. “L’assistenza che (finora) abbiamo fornito ad oggi si è fermata”.

L’ammissione della Casa bianca segue di pochi giorni l’allarme lanciato all’inizio del mese dal Pentagono. “Gli Stati Uniti non hanno più fondi per sostituire le armi inviate all’Ucraina”, aveva detto il 4 gennaio il generale Patrick Ryder, addetto stampa del Dipartimento della Difesa. “Siamo senza soldi”, aveva aggiunto prevedendo, in caso di mancato accordo al Congresso, una sospensione degli aiuti militari a Kiev per non mettere a rischio le stesse forze statunitensi.

Al Senato, Repubblicani e Democratici stanno negoziando da mesi un pacchetto di stanziamenti da 106 miliardi di dollari, di cui più della metà destinati al sostegno dell’Ucraina. Lo stallo riguarda una serie di fondi che il Grand Old Party vorrebbe destinare a un’ulteriore stretta sull’immigrazione in arrivo dal Messico per ora avversata dall’amministrazione Biden.

L’ultimo pacchetto di aiuti a Kiev risale ormai a fine dicembre, quando la Casa bianca sbloccò 250 milioni di dollari destinati principalmente all’acquisto di mezzi di artiglieria e altre munizioni. Intanto, il Pentagono ha ammesso di non aver tracciato correttamente quasi un miliardo di armi inviate all’Ucraina, che in parte potrebbero anche essere finite sul mercato nero. “Non ci sono prove credibili di una diversione illecita di armi convenzionali avanzate fornite dagli Stati Uniti dall’Ucraina”, ha però precisato in conferenza stampa il generale Patrick Ryder. “Abbiamo visto gli ucraini impiegare queste capacità sul campo di battaglia e li vediamo usarle in modo efficace”.

L’ennesima offensiva della Russia nell’est dell’Ucraina però continua, lentamente, ad avanzare mentre non si fermano i bombardamenti nelle regioni di Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk, Kherson e Mykolaiv. Tanto che, durante la sua visita in Estonia, il presidente Volodymyr Zelenskyy ha chiesto altri aiuti.

“Dobbiamo vincere questa battaglia, non solo perché è in gioco il destino del nostro Paese e di tutte le nazioni che confinano con la Russia”, ha detto il presidente ucraino. “Ciò che è in gioco è il modo in cui sarà trattata la libertà globale ora e in futuro, per i nostri figli e nipoti”.

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