Si combatte in Ucraina, ma questa guerra coinvolge tutto il mondo
Qualsiasi sia l’opinione di ciascuno di noi sulla guerra in Ucraina, ogni giorno che il conflitto va avanti, che una nuova arma viene inviata al fronte, che un nuovo soggetto viene coinvolto, la situazione diviene sempre più complessa e intricata. Da quando il 24 febbraio 2022 l’esercito russo è entrato in suolo ucraino, il mondo è entrato in un terreno inesplorato dal quale sembra sempre più difficile trovare la strada per uscire.
E mentre ogni giorno gli aggiornamenti parlano di villaggi passati da una mano all’altra, di offensive e controffensive, di razzi e carri armati, di morti e di feriti, i rischi per la sicurezza globale aumentano sempre di più così come l’evidenza che la questione non riguardi soltanto due Paesi.
Da quando il conflitto ha avuto inizio, le nazioni e le entità coinvolte in maniera diretta o indiretta sono aumentate giorno dopo giorno. Se i morti, i feriti e gli scontri sono principalmente al fronte in Ucraina, conseguenze meno drammatiche ma comunque legate al conflitto sono in tutto il mondo e le realtà coinvolte sono sempre di più. Non solo c’è in coinvolgimento più o meno diretto di chi fornisce qualche forma di sostegno alle parti in causa, ma ci sono i due contadini morti in Polonia per un missile andato poco oltre confine, ci sono i rottami di razzi caduti in suolo moldavo, i pesci del Mar Nero uccisi dai residui degli armamenti. C’è il grano che non riesce a partire in quantità sufficienti, soprattutto dopo la fine dell’accordo, e tanti Paesi, soprattutto in Africa, rischiano di avere gravi conseguenze per questo. E non a caso, da alcuni mesi a questa parte, abbiamo assistito all’inizio di una guerra civile in Sudan e a un golpe in Niger.
Ci sono i mercenari della Wagner che marciano su Mosca e vengono esiliati in Bielorussia, c’è la Polonia che teme che possano muoversi verso il suo territorio, c’è un gasdotto che è esploso nel Baltico, ci sono dichiarazioni audaci e provocazioni, c’è la bomba atomica che entra oggi più che mai nel dibattito. C’è chi per questo fa paragoni con la crisi dei missili di Cuba, ma pur raggiungendo il suo apice quella guerra fredda era e fredda è rimasta. Qui ce n’è una calda in corso, iniziata senza un casus belli e che ha innescato una scintilla che ha messo in crisi l’ordine mondiale col timore che si aprano nuovi fronti. Una guerra da cui è difficile uscire, perché entrambi ritengono di poter ottenere sul campo una posizione migliore di quella attuale e perché sarebbe difficile individuare le basi di una trattativa: cambiare i confini in seguito a un’aggressione sarebbe un precedente pericoloso.
Ci siamo sempre immaginati la guerra mondiale come uno scontro diretto tra Paesi di tutto il mondo, ma anche se non siamo di fronte a questo, tutto il pianeta è in un modo o nell’altro coinvolto. E questo è un discorso che va oltre le opinioni che ciascuno può avere su questa guerra.