La bugia di una ragazza che ha spinto il fidanzato a uccidere il suo presunto stupratore
Christopher Membreno, un 24enne di Brooklyn, ha ucciso un coetaneo convinto che avesse violentato la sua fidanzata, la quale però si era inventata tutto per coprire un tradimento
“Ma davvero ho buttato via la mia vita per una bugia? La mia esistenza è finita a causa di una menzogna?”.
È quanto si chiede Christopher Membreno, un ragazzo di 24 anni che a Brooklyn il 19 giugno ha ucciso a pugnalate e bastonate un suo coetaneo, credendo fosse lo stupratore della compagna.
Membreno ora si trova in prigione e la polizia di New York sta indagando sull’accaduto.
La ragazza – la cui identità non è stata rivelata – aveva raccontato al fidanzato di essere stata costretta dal ventenne Manos Ikonomidis a un rapporto sessuale con un altro uomo.
Ma secondo quanto è emerso finora, il rapporto a tre era avvenuto in modo consensuale e l’unico momento di tensione era stato quando la ragazza aveva reagito infastidita perché uno dei suoi partner aveva iniziato a filmare la scena.
Al fidanzato la ragazza aveva detto una bugia per coprire il tradimento e scaricare le colpe sui due uomini. La storia ha innescato la reazione di Christopher che è corso, insieme a due suoi amici, alla ricerca dei violentatori per punirli.
“Era spaventato e disorientato, ho chiamato due miei amici e, seguendo le indicazioni della mia fidanzata, siamo andati a cercare Manos nella sua abitazione”, ha detto Membreno al Daily News. “Lo abbiamo incrociato mentre usciva. Io volevo solo giustizia, volevo solo bloccarlo fino all’arrivo della polizia”.
“Non ricordo molto altro, ero ‘fatto’: lui ha cominciato a lottare, ho dovuto difendermi”, ha dichiarato il ragazzo tentando di giustificare l’omicidio, avvenuto secondo lui dopo una colluttazione.
Ma anche la versione di Christopher non convince del tutto la polizia.
Secondo le prime ricostruzioni, Membreno e i suoi due complici sono andati da Ikonomidis armati di mazze da baseball e coltelli. Dopo averlo picchiato gli hanno sferrato quattro pugnalate al petto, poi sono fuggiti lasciandolo morire in una pozza di sangue.
Christopher, arrestato insieme al complice Gabriel Dos Santos, dovrà ora affrontare un processo, mentre proseguono le ricerche del terzo uomo che era con loro.
“Amo ancora la mia fidanzata”, afferma l’assassino dal carcere nel quale è rinchiuso. “Non so perché, ma la amo. Ma ora non so più per che cosa devo vivere. E adesso voglio solo delle risposte alle mie domande”.
I detective non hanno ancora stabilito se la ragazza rischia conseguenze penali per quello che è accaduto. “Le bugie dette a un fidanzato non hanno lo stesso peso di quelle dette alla polizia”, hanno spiegato gli investigatori.